mercoledì, 24 Aprile 2024

Jane e Marnie, amiche intime, sono caratterialmente e fisicamente diverse come il buio e la luce. Si conoscono da anni, da quando Jane ha avuto un incontro-scontro con Marnie e, invece di conseguenze spiacevoli, ha trovato una ragazza deliziosa. Un’amicizia da coltivare, l’autostima che va un po’ più su, una vita sociale: sono queste le belle novità che Marnie ha portato nella vita di Jane.

A distanza di anni, è Jane a raccontare la loro amicizia, gli alti e bassi, i momenti di distanza e la “causa” di una brusca e inaspettata inversione di rotta: Charles, il ragazzo che Marnie ha sposato – così banale, insulso, un uomo che assolutamente lei non approva ma che, per il bene dell’amica, finge che vada bene. Sette piccole bugie, quelle che dice Jane, e che portano a un epilogo drammatico.

Inizia così Sette piccole bugie (Longanesi, traduzione di Luca Bernardi), il brillante esordio di Elizabeth Kay i cui diritti di traduzione sono stati venduti in più di trenta Paesi.

Si tratta di un thriller psicologico narrato in prima persona da Jane quando decide di togliersi quel peso che l’accompagna da quando ha iniziato a non essere sincera con Marnie.

“Come potevo spezzare il suo sogno? Così, anche se ci eravamo promesse di dirci sempre la verità, le ho mentito. 
In fondo, la loro storia era appena iniziata. In fondo, nemmeno fra i migliori amici ci si può o ci si deve dire tutto, se la verità è sgradevole. 
Se quel giorno, però, fossi stata sincera, forse oggi Marnie non piangerebbe sulla tomba di Charles. 
Perché quella che le ho detto – «Sì, credo di sì» – è stata solo la prima di sette, piccole, innocenti bugie che hanno innescato una catena di eventi dai risvolti imprevedibili, capaci di cambiare la vita di tutti e tre. Per sempre. 
So che adesso forse è troppo tardi, però è arrivato il momento di raccontare tutto. 
E di rischiare tutto quello che ho, quello che sono, perché le bugie possono essere pericolose… Ma la verità può uccidere”.

In realtà, l’allontanamento da Marnie era iniziato già quando Jane aveva trovato il suo, di uomo giusto. Un ragazzo, Jonathan, da cui si era trasferita appena tre mesi dopo averlo conosciuto, e che aveva sposato con slancio e trasporto infiniti. Ma che aveva perso troppo presto. Non solo, la ragazza doveva anche badare alla madre, affetta da demenza senile. Ecco che aveva tentato di riallacciare il rapporto con Jane, cercando di resettare gli anni in cui non erano state così intime. Ed è qui che, malauguratamente irrompe Charles, trascinandosi dietro la prima bugia di Jane.

Sette bugie, sette parti in cui il libro è diviso, una sola versione (cinica, disillusa, sfacciata e a volte inquietante), quella di Jane: “Suona male se dico che il loro amore era il più orribile, spietato e disgustoso in cui mi fossi mai imbattuta? Sì, lo so, suona male. Il loro amore, però, mi faceva ribrezzo. Odiavo la sua faccia, il suo sorrisetto appena accennato, l’eccessivo gonfiarsi del petto a ogni respiro, il suo tambureggiare sul tavolo come per dire: Mi stai annoiando. Sentire le sue dita sul tessuto sottile del vestito mi aveva orripilato, ma non più di quanto mi schifasse ogni singolo aspetto della sua persona.

Avrei voluto cancellarlo dalla mia vita. Devo stare attento a dirlo ora, altrimenti rischio che passi per premeditazione“.

Il ritmo di questo thriller è serrato, la trama intrigante e coinvolgente.

Elizabeth Kay ha iniziato la sua carriera come assistente presso Penguin Random House, diventando una editor di successo che coltiva la passione per la scrittura. Vive a Londra con il marito e il figlio. 

Rossella Montemurro

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