martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

“Ho appena compiuto diciott’anni, Elite mi trova fantastica e a settembre sarò a New York! Quando sono arrivata a casa, mi sono pesata. Se con il mio metro e settantotto e i miei 58 chili entro in una 40, dovrò perdere almeno tre chili per arrivare alla 38 e 
altri tre per la 36. Siamo al 2 luglio, i primi casting a New York cominciano a inizio settembre, mi do otto settimane per scendere a 52 chili. Diciamo 50, per avere un po’ di margine. Fa un chilo a settimana, dovrei farcela”.
Si può sfilare su passerelle sfavillanti indossando abiti da sogno ma vivendo un incubo. L’ansia e la paura non ti lasciano più se tutto ciò che ti sta attorno – persone comprese – è falso. Tu sei solo un corpo e devi essere perfetta. Pazienza se questo significa mangiare soltanto tre mele al giorno: la discesa verso l’inferno inizia varcando le porte del paradiso della moda, l’Elite.
Sempre più magre. La denuncia di una giovane top model (Chiarelettere, traduzione di Valentina Abaterusso) è il libro di una giovane modella francese Victoire Dauxerre che racconta la sua terrificante esperienza. Da ragazza normale e senza grilli per la testa a modella – per caso – contesa dai più grandi stilisti. Per lei, da un giorno all’altro, un’infinità di casting, shooting, sfilate, copertine e una sola costante: essere ridotta a “gruccia” o “vacca alla fiera del bestiame”, senza essere minimamente considerata come donna.
Il mondo della moda è infido, con regole non scritte eppure chiare e rigide. Nessuno chiederà mai a una modella di non mangiare, l’unica pretesa è la 36, taglia indispensabile per sfilare. Victoire durante quei mesi angoscianti si cibava solo di mele, una sua collega riusciva a vivere con un biscotto al giorno, un ragazzo aveva rubato una zolletta di zucchero per poi essere schiacciato dai sensi di colpa… Tra le mannequin nessuna ammette di essere anoressica – eppure per loro cenare con un fettina di pollo scondita e con un contorno di verdurine bollite equivale a gonfiarsi come un pallone.
Il vuoto dei loro corpi è pari a quello che le circonda, come la solitudine, il freddo intenso in qualsiasi stagione, i mal di pancia. Ragazze bellissime che spesso non si sentono tali e che vivono ventiquattr’ore al giorno inseguendo casting dove dilaga la spersonalizzazione. Modelle coccolate e viziate da truccatori e parrucchieri? No, ragazzine maltrattate senza alcun riguardo.
Quella delle top model non è un vita fiabesca ma una corsa continua in cui non si ha più tempo per sé, per gli affetti, per i valori. Victoire, ridotta pelle e ossa e incapace di risalire dal baratro nel quale era sprofondata, a un certo punto si ribella e decide di farla finita. In tutti i sensi.
Salvata in extremis dopo un tentativo di suicidio, senza più capelli e con il calcio di una settantenne nelle ossa, viene ricoverata in clinica per tre mesi. Riprende in mano la propria vita, ritrova serenità e dignità, ricomincia a studiare. Ha dalla sua l’affetto di una famiglia che, sulle prime, aveva sottovalutato le insidie di quel lavoro così speciale.
Anche grazie alla denuncia di Victoire in Francia, dove il libro ha venduto oltre 50mila copie, lo scorso maggio è entrata in vigore la legge che vieta le sfilate alle modelle troppo magre: prima di poter firmare un contratto, le modelle dovranno presentare un certificato medico che attesti il loro stato di salute con particolare riguardo al loro BMI, l’indice di massa corporea, che è dato dal rapporto tra altezza e peso.
Oggi Victoire è una ventenne allegra e in salute che studia recitazione a Londra e compie i primi passi nel mondo del teatro, la sua vera passione.
Rossella Montemurro
Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap