mercoledì, 24 Aprile 2024



Se un bookmaker compie un errore di battitura e pubblica una quota sbagliata non è tenuto a pagare la scommessa vincente al giocatore. Lo ha stabilito il Tribunale Civile di Potenza. La sentenza di fine agosto, riporta Agipronews, pone fine alla vicenda iniziata a inizio 2009, a pochi giorni dalla partita Russia – Azerbaijan disputata il 28 marzo. Lo scommettitore aveva effettuato giocate per 200 euro sull’esito 1/1 del 1° tempo/finale, dato erroneamente a 500 invece che a quota 5 dal bookmaker in questione. Un risultato poi effettivamente realizzato, ma per il quale l’operatore aveva pagato 1.000 euro, ovvero la somma prevista dalla quota corretta. La causa intentata dal giocatore è stata però rigettata dal tribunale: l’errore di battitura del bookmaker è «un errore essenziale che riguarda l’oggetto del contratto», circostanza che determina un accordo sostanzialmente non valido tra le due parti. «Una parte viene indotta a concludere un contratto che, in assenza di tale vizio, non avrebbe concluso se non a condizioni diverse», spiega il Tribunale. La quota sbagliata costituisce inoltre un «errore riconoscibile», visto che era «nettamente superiore alla quotazione media proposta dagli altri operatori del settore per il medesimo evento e per eventi analoghi». Un aspetto confermato anche dal comportamento dello scommettitore, che, accortosi dell’errore, aveva effettuato 20 giocate nel giro di 15 minuti, «perseguendo l’obiettivo di introitare somme assolutamente rilevanti». Quanto alla disciplina prevista per le scommesse, secondo cui le giocate non possono essere annullate, il giudice rileva che «in virtù del principio di gerarchia delle fonti, la disciplina codicistica prevale chiaramente su quella di rango inferiore», come è considerato il regolamento del betting in vigore dal 2006. Tali scommesse, quindi, «devono essere annullate per errore».

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