mercoledì, 24 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

“A quanto pare, sono morto. Se state leggendo queste righe, infatti, è probabile che la mia anima sia già in volo tra i satelliti, al di là della stratosfera. Prima o poi doveva succedere: d’altro canto, sulla mia ultima torta di compleanno c’erano candele a sufficienza da illuminare a giorno una pista d’atterraggio. Il passo successivo doveva per forza essere il decollo.”

È questo l’incipit, sferzante, di Sarò breve (Fazi Editore) il nuovo romanzo di Francesco Muzzopappa, un autore che ci ha abituati a uno stile brillante pieno di ironia, battute a effetto, comicità sottesa a situazioni spesso grottesche. L’io narrante è Ennio Rovere, un lucano che da giovane si è trasferito in Brianza. Alle spalle ha “una famiglia povera costretta ad abitare in una casa in campagna ispirata ai peggiori incubi dei fratelli Grimm in stato depressivo. Quel piccolo casale in tufo era costantemente a rischio crollo. Bastava una folata di vento perché si staccasse un davanzale o cascasse una tegola”.

Complice una rivista di moda, Ennio si appassiona ai mobili di stile Chippendale fino a iniziare a riprodurli. È fondamentalmente un self made man che dopo essere stato un ragazzo di bottega è riuscito ad aprire un mobilificio. Ha avuto amori più o meno fortunati, mogli più o meno fedeli, figli più o meno litigiosi, collaboratori più o meno capaci. Il suo è un lungo testamento, scritto come se fosse un monologo, rivolto alla prima moglie, ai figli, al genero, all’autista, alla donna di servizio, al dentista, al cane e a tante altre tra le figure più significative della sua vita. A ognuna di loro, Ennio regala un vero e proprio florilegio di ricordi. Nel bene e nel male. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, non ha peli sulla lingua, è ormai indifferente alle conseguenze: se noi stiamo leggendo il suo testamento, lui è morto e ha l’occasione di rimettere tutti a posto. Mai come adesso si sente libero di parlare e dire finalmente la sua. Non risparmia nessuno Ennio, neanche la figlia della prima moglie che da adolescente lo ha fatto disperare: “Grosso modo indossi quotidianamente una tenuta maoista con collo alla coreana, un caschetto corto e strategico che la parrucchiera provvede a curarti direttamente in azienda, per quel famoso discorso della montagna e di Maometto. Sei aggiornata su conti e cassa, ma del mondo reale sai poco e niente. La canzone più recente che conosci è forse Adeste Fideles”.

Ennio, insomma, è “un morto che parla, libero finalmente di dire quello che pensa”. Con la scusa di distribuire in maniera equa il suo patrimonio, ripercorrerà per iscritto la propria esistenza, intrecciando dinamiche familiari e lavorative, premiando quanti davvero hanno meritato il suo affetto e punendo senza pietà tutti gli altri, senza risparmiarsi neppure nel giudizio. Ormai, questo è chiaro, non ha più nulla da perdere.

Quanti amano lo stile di Francesco Muzzopappa leggeranno con piacere Sarò breve, per chi si accosta per la prima volta a un suo romanzo sarà invece una piacevole scoperta. L’umorismo dell’autore si intreccia a uno spaccato fedele dei nostri tempi, una minuziosa analisi sociologica di vizi e virtù della contemporaneità.

L’autore, nato a Bari ma milanese ormai da anni, è uno tra i più conosciuti e apprezzati copywriter italiani. Per Fazi Editore ha pubblicato i romanzi Una posizione scomoda (2013), Affari di famiglia (2014), Dente per dente (2017), vincitore del Premio Troisi, Heidi (2018), i primi tre tradotti in Francia dall’editore Autrement e accolti con grande favore dalla critica, mentre del 2020 è la raccolta di racconti Un uomo a pezzi. Per De Agostini ha pubblicato diversi libri destinati ai più piccoli, affermandosi anche come scrittore per ragazzi (Premio Selezione Bancarellino 2021 per Il primo disastroso libro di Matt ).

Rossella Montemurro

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