martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

Si è tenuta nel cimitero di Salandra la cerimonia di commemorazione, con la deposizione di una corona di alloro sulla sua tomba, del Brigadiere del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza Giovanni Saponara, “vittima del dovere” e medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Ricorre oggi, infatti, l’anniversario della sua morte, avvenuta a Genova nel 1976 ad opera di un commando terroristico delle Brigate Rosse, mentre espletava il servizio di scorta al Procuratore Generale della Repubblica di quella città, Francesco Coco[1].

Alla cerimonia hanno partecipato il Questore Emma Ivagnes, il Sindaco di Salandra Giuseppe Soranno e alcuni familiari del compianto Brigadiere.

Durante la commemorazione si è tenuto un momento di preghiera officiato da Don Biagio Plasmati.


[1] La mattina dell’8 Giugno 1976, dopo avere prelevato l’alto magistrato dalla propria abitazione, Giovanni Saponara si stava dirigendo con lui verso l’autovettura di servizio, parcheggiata a poche decine di metri di distanza. Prima di arrivarvi, un commando di tre terroristi fece fuoco contro il giudice Coco e il brigadiere, uccidendoli entrambi. Contemporaneamente un secondo commando uccise a colpi di pistola l’autista dell’alto magistrato, l’appuntato dei Carabinieri Antioco Dejana. I terroristi partecipanti all’agguato vennero arrestati dalle Forze dell’Ordine negli anni successivi. Giovanni Saponara era sposato e padre di due figli, di 11 e 8 anni.

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