giovedì, 18 Aprile 2024

 
Riceviamo
e pubblichiamo dal professor Nicola Incampo, Direttore Ufficio Scuola della
Conferenza Episcopale di Basilicata:

 

In
questi giorni leggiamo sui giornali che è stata annullata la recita di Natale
in una scuola primaria  (è accaduto a Terni, ndr) perché disturba le altre religioni.

Per
il preteso rispetto di una cultura, quale potrebbe essere l’islamica, invito a
leggere l’editoriale di “La Civiltà Cattolica”, numero 3637 del 5 gennaio 2002
dove tra l’altro si dice: “Non si rende un buon servizio [al nostro Paese]
quando si tenta di privarlo dell’eredità cristiana, perché il cristianesimo –
lo si voglia o no – ha permeato tutta la storia, le istituzioni sociali, il
diritto, la letteratura, l’arte del nostro Paese e perfino il carattere, il
modo di pensare e di sentire dei suoi abitanti” (pagina 8) e poco sopra aveva
affermato: “ In realtà il pericolo che corre il nostro Paese è quello della
perdita di una parte essenziale della propria identità spirituale e culturale”.

Vorrei
ricordare ancora che tra le finalità della scuola non può non esserci quanto
sempre la Civiltà Cattolica in un editoriale del n. 3637 del 5 gennaio 2002
indicava: “La scuola dovrebbe insegnare agli alunni il rispetto reciproco delle
convinzioni religiose che, se sono diverse e anche contrastanti su alcuni punti
essenziali, non sono e non possono essere nemiche e tanto meno odiarsi …”.

Un
PTOF che si rispetti ha una finalità culturale e formativa e può rettamente
accogliere qualsiasi iniziativa che è in sintonia con tali finalità, purché
tale collaborazione e qualsiasi intervento esterno alla scuola restino in linea
con tali finalità e non abbiano altri intenti come per esempio una attività di proselitismo.

Tocca
certo al collegio dei docenti verificare queste caratteristiche ed accettare
quanto proposto dal docente della disciplina nel rispetto della finalità della
scuola.

L’attenzione
al pluralismo culturale e religioso oggi di fatto esistente nella nostra
nazione, e non solo in essa, deve favorire non soltanto un atteggiamento di
tolleranza ma anche capacità di dialogo con chi culturalmente e religiosamente
è da noi diverso e la scuola non può non essere sensibile a sviluppare un clima
di tolleranza e di dialogo nella reciproca conoscenza.

Sempre
nella stessa Civiltà Cattolica nel numero 3638 del 19.01.02 si dice: “Quanto
debba essere vasto questo dialogo, e perciò quanto sia complesso, lo si deduce
da un documento vaticano che parla di:

1)
dialogo della vita, dove le persone si sforzano di vivere in uno spirito di
apertura e di buon vicinato, condividendo le loro gioie e le loro pene, i loro
problemi e le loro preoccupazioni umane;

2)
dialogo delle opere, dove i cristiani e gli altri collaborano in vista dello
sviluppo integrale e della liberazione della gente…”.

Per
concludere siamo dell’avviso che la proposta dei docenti per la recita del
Natale, nel rispetto della finalità della scuola, possa essere accolta come
contributo positivo alla formazione integrale degli alunni.

Infine
ricordiamo che ci pare anche opportuno il coinvolgimento delle famiglie, che
hanno richiesto per i loro figli l’IRC.

 

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