giovedì, 25 Aprile 2024

Stasera sono a cena fuori da solo e la cosa non mi pesa affatto. Dopo una giornata di lavoro intensa e difficile, pensa che stavo per iniziare a cambiarmi per rientrare a casa e godermi il divano sprofondando in una sontuosa pennichella che si è scatenato l’inferno: avrei dovuto avere il dono dell’ubiquità per risolvere tutto ciò che all’improvviso mi si è presentato davanti… Meno male che ci sono colleghi abili, prestanti e addirittura scattanti che sono pronti a dare una mano e a sacrificarsi per il bene comune… Il bene comune… Ce ne fossero di persone così, sarebbe davvero un modo migliore, un mondo in cui non sentirsi mai soli…

Ad ogni modo finisco di sistemare il lavoro ma ormai la pennichella è sfumata… È già quasi ora di cena… Rientro a casa affamato come un lupo nella steppa siberiana… In questi giorni fa davvero freddo. Apro la porta e la Siberia è dentro casa: un freddo, ma un freddo che mi battono i denti e lo sento entrare nelle ossa… Ma non parlo della temperatura, parlo delle assenze, non volute, non cercate, ma reali… 

Giro per casa, sistemo ciò che avevo lasciato in giro stamattina presto e mi esplode la fame… Mi dirigo come lo stesso lupo della stessa steppa siberiana verso il frigorifero… Non è vuoto!!! Grande! Ma… Voglia di preparare il pasto pari a zero… Passeggio… Riaperto il frigorifero non trovo la voglia….

Allora esco e vado a tentare di mangiare qualcosa altrove con lo stomaco chiuso dal freddo e dal mutismo della steppa siberiana…

Entro in un locale… È venerdì… Trovo addirittura un tavolo… mi siedo solo… Accanto al mio tavolo una famiglia, una famiglia… una bella famiglia… Lei… la Mamma, bella… affascinante con la chioma nera riccia sembra appena uscita da una tenda in un’oasi del deserto occhi grandi neri che tagliano come un coltello nel burro la montatura d’osso dei suoi occhiali… Lui… il Padre… Un Uomo sui quarantacinque, brizzolato con le spalle  curve come se avesse portato pesi tutto il giorno su quelle spalle che guarda distratto il tavolo e aspetta… E poi lei… La figlia… Adolescente, biondina… Tutta coca-cola patatine e cellulare… 

Un bel quadro… Una bella famiglia… sono stato accanto a loro tutta la sera, li ho guardati di soppiatto, inizialmente quasi con un pizzico di invidia, poi… Poi… Poi… Mi sono reso conto che non parlavano, non condividevano nulla se non gli assaggi delle rispettive pietanze ordinate, mangiavano quasi trascinandosi fino alla fine della serata che finalmente (per loro) è arrivata…

Ho percepito tanta steppa siberiana, ho percepito tanta voglia di ululare… Allora mi domando quanto possa sentirsi solo chi è solo e quanto possa sentirsi solo chi è sempre in compagnia, persino chi torna a casa e trova la steppa siberiana nella folla…

Le emozioni riscaldano persino nella steppa…

Allora riesco a capire che la steppa insegna a sopravvivere nelle difficoltà, come un lupo in cerca di una tana e che la steppa mi vuole bene come una mamma, una mamma in bianco…

Chiudere gli occhi e dormire.

La steppa pensa anche per te…

Grazie steppa siberiana!

Valete

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