venerdì, 29 Marzo 2024

Uno dei miei tantissimi alunni è diventato un affermato psicologo.

L’ho incontrato durante le vacanze di Pasqua.

“Professore, ho aperto uno studio come psicologo, sono veramente contento. Vi cercavo perché volevo raccontarvi la mia esperienza”.

E ridendo continuò: “Noi psicologi abbiamo sostituito la figura del direttore spirituale e del confessore.”

Lo guardai con stupore e lui continuò: “Sono convinto che molte delle persone che vengono da noi potrebbero meglio essere curate da un buon confessore. A volte, i miei pazienti che hanno problemi morali e spirituali, chiedo se hanno fede e poi li oriento verso sacerdoti amici, con buoni risultati”.

Continuandolo a guardare con più stupore l’ex alunno continuò: “La differenza è questa: il confessore va in profondità nella vita spirituale di una persona, che è il fondamento di tutto il resto; lo psicologo si interessa della psiche, direi ad un livello molto più superficiale.

Per far crescere bene un albero bisogna curare anzitutto le radici e le radici di una persona sono il suo rapporto con Dio.

In molti pazienti, più di quanto si possa immaginare, i nodi non risolti delle difficoltà psicologiche vengono da un rapporto incerto o sbagliato con Dio, da cui discende insicurezza e schizofrenia”.

Quanta verità in queste parole!

Avete mai riflettuto che la Chiesa insegna l’esame di coscienza spassionato, cioè il riconoscimento umile delle proprie colpe, la confessione che è un atto liberatorio.

In questo periodo di pandemia abbiamo messo in panchina questo Sacramento!

La Chiesa perdona in nome di Dio e ci mette il cuore in pace, con la sicurezza che il Signore ci dà la sua grazia per superare le difficoltà.

Possibile che la pandemia ci abbia fatto dimenticare questo tesoro di millenaria esperienza?

Riflettete, la Sacra Scrittura dice: “Lo stolto pensa sempre di essere nel giusto, il saggio sa ascoltare il consiglio degli altri.”  Proverbi 12, 15).

E Gesù ha detto ai suoi Apostoli: “A chi perdonate i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati”. (Giovanni 20,23)

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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