giovedì, 28 Marzo 2024

 
Riceviamo e pubblichiamo
dal professor Nicola Incampo, Direttore Ufficio Scuola della Conferenza
Episcopale di Basilicata:

“Già altre volte in
passato ho avuto la possibilità di dire la mia sulla festa di Halloween, di
come non appartenga alla nostra tradizione e di come il mercato se ne sia
impadronito per trasformarla in occasione di business, del resto ognuno fa il
suo mestiere.
Nelle scuole, ci si adegua, altro che la festa del caro “signor
autunno”, altro che festa di tutti i Santi, c’è sempre il rischio che
qualcuno si offenda, qui si festeggiano le streghe, le zucche e fantasmi.
Sono in molti ad essere
convinti che “non c’è nulla di male”, è il consumismo bellezza e noi ne siamo
affascinati, lo critichiamo, ma cediamo inermi davanti al suo fascino.
Pochi però, sanno che questa festa ha un aspetto esoterico, è la festa più
importante delle sette sataniche, insomma, non si tratta solo di un carnevale
aggiuntivo, ma di una festa che ha risvolti nel mondo dell’occulto e della
magia.
Il 31 ottobre è una data importante non soltanto nella cultura celtica, ma
anche nel satanismo. È uno dei quattro sabba delle streghe. I primi tre segnano
il tempo per le stagioni “benefiche”, il quarto sabba marca l’arrivo
dell’inverno e la “sconfitta” del sole: freddo, fame, morte.
Detto questo, però, mi
pare che si stia ora cadendo nel solito tranello, quello di “prendersela con
Halloween” senza capire in che “buco” questa festa si è inserita.
Perché il vero problema, non sono i “riti pagani” che prendono piede, ma la
fede che scompare, la tradizione che vuotata di senso non può che venire meno,
è nella voragine della nostra vita che si inseriscono i riti pagani, che anche
negli oratori si festeggiano le zucche vuote.
Anziché lamentarci, e
rimpiangere il passato, i bei tempi andati, in cui si mangiava il pane dei
santi, le tradizioni dimenticate eccetera eccetera, riprendiamo ad educare e a
educarci, riprendiamo a parlare dei Santi, a portarli ad esempio, riprendiamo
confidenza con la morte che in fondo è un passaggio della vita, riscopriamo il
valore del ricordo, della testimonianza di chi ci ha preceduto…
Non dimentichiamo, che nei prossimi anni tutte le feste cristiane correranno il
rischio di essere “dissacrate”, perché non hanno difensori, non si difende ciò
che non si conosce e non si ama.
Un popolo smarrito, che
non sa da dove viene, che non riconosce la fede dei padri, che non sa più che
nel giorno di Ognissanti facciamo festa per chi ci ha preceduti nel regno dei
cieli, per chi ha saputo su questa terra indicarci la strada che porta alla
santità, per chi ha saputo vincere la morte. Un popolo che ha smarrito la
capacità di guardare ai suoi Santi come a dei Maestri di vita, di pregare per i
suoi morti, un popolo così in fondo se la merita una zucca vuota.” 

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