Tornare a casa e trovarla senza più i nostri mobili, le nostre cose: tutto sostituito dall’attesa di un trasloco di un’altra famiglia. E’ quello che è accaduto a Fiona Lawson, Fi per gli amici: un camion di traslochi davanti alla sua villetta alla periferia di Londra e una coppia, Lucy e David, che sovrintende alle operazioni.
Inizia così La casa che era nostra (DeA Planeta, traduzione di Valentina Zaffagnini), di Louise Candlish, un libro sulla complessità dell’animo umano e sulle ripercussioni che le scelte possono avere, a catena, sulla quotidianità di una famiglia.
Fiona è mamma di due figli piccoli e si è separata da poco da Bram. Lui l’ha tradita e lei non ha avuto alcun dubbio a mollarlo anche se, per il bene dei bambini, ha preferito una separazione soft che permettesse ai piccoli di rimanere in casa e ai genitori di alternarsi: un “nido sicuro” che non crea scossoni alla loro serenità.
Le voci di Fiona e di Bram si intrecciano, rappresentando la stessa realtà a volte in modo molto diverso.
Fin dalle prime pagine si intuisce che Fiona è stata vittima di un raggiro di Bram: lui non ha esitato a vendere di nascosto la loro villetta per poi volatilizzarsi. Il cellulare è sempre staccato e lui la sua versione dei fatti la sta scrivendo su un file word. Tutto lascia pensare che abbia trovato il modo di vendere Trinity Avenue per trasferire il ricavato su un conto segreto e far perdere le sue tracce. La domanda che rimbalza ossessiva nella mente di Fiona e del lettore è una sola: perché? Poco per volta si dipana un quadro fosco fatto di omissioni, silenzi, bugie.
Il racconto a due voci, desolante, di un matrimonio allo sbando si nutre di segreti, ricatti, ripicche e menzogne. Basta davvero un attimo e tutto ciò che crediamo di sapere sul conto di noi stessi e di coloro che amiamo si sfalda.
La casa che era nostra, bestseller in Inghilterra e thriller dell’anno ai British Book Awards 2019, si delinea in crescendo, tra passato e presente, tra spiegazioni logiche di vicende inquietanti.
Louise Candlish vive a Londra con il marito e la figlia, in un quartiere non troppo diverso da quello in cui è ambientato il romanzo. Con La casa che era nostra ha conosciuto uno straordinario successo internazionale.
Rossella Montemurro
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lunedì Dicembre 30, 2019

TuttoH24

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Rossella Montemurro

Giornalista professionista materana. Laureata in Scienze dell’educazione, si è perfezionata in Bioetica e Terapia familiare e relazionale. Ha lavorato per Il Quotidiano della Basilicata – occupandosi dei settori “Cronaca” e “Cultura” -, Il Mattino di Foggia, Il Mattino di Puglia e Basilicata, il Roma e con la testata giornalistica online “Il mio TG”. Ha collaborato con le emittenti televisive “Antenna Sud” e “Lucania Tv”. Attualmente dirige la testata giornalistica online www.tuttoh24.info e collabora con la casa editrice Altrimedia. Nel 2004 ha pubblicato per Ediesse Edizioni “I giorni di Scanzano”. Il volume, nel 2005, ha ricevuto la segnalazione della Giuria del Premio letterario Basilicata. Nel 2010 ha pubblicato per BMG Editrice “Carabinieri a Matera. Tradizione e modernità al servizio dei cittadini”. La pubblicazione è stata autorizzata dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Nel 2019 ha pubblicato per Altrimedia Edizioni “Calci e pugni sul tetto del mondo. Biagio Tralli, identikit di un campione” e nel 2021 "Ilmio tuffo nei sogni"

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