giovedì, 28 Marzo 2024

 

Dal 30 aprile al 6
maggio, negli spazi degli Ipogei di San Francesco, l’Opera della Primaziale
Pisana incontrerà il pubblico di Matera Capitale europea della Cultura 2019.
L’istituzione che si occupa della gestione e della conservazione dei monumenti
e dei musei della Piazza dei Duomo di Pisa, si è aggiudicata infatti il bando
di Confindustria e Fondazione “Matera Capitale 2019: l’open future delle
imprese italiane”, che ha selezionato su territorio nazionale 50 aziende con
progetti e iniziative legate allo sviluppo, alla cultura e al territorio.
L’evento inaugurale sarà martedì 30 aprile alle 17,30. L’Opera della Primaziale
Pisana presenterà le tecnologie utilizzate per il restauro degli affreschi del
Camposanto ed in particolare l’utilizzo di micro-batteri per la pulizia delle
pitture e di teli scaldanti per “combattere” le problematiche relative alle
condense atmosferiche. Gli interventi di
restauro sul grande ciclo di affreschi danneggiati durante la Seconda Guerra
Mondiale sono stati realizzati delle maestranze dell’Opera della Primaziale
Pisana e, a partire dal 2009, con il controllo della Direzione Lavori
presieduta dal professor Antonio Paolucci e con la supervisione dei capi
restauratori Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci. Per salvare e riportare
nella loro collocazione originaria queste opere realizzate dai più importanti
maestri del Trecento e del Quattrocento, l’Opera della Primaziale pisana ha
utilizzato tecnologie innovative. Per la pulitura delle
superfici pittoriche sono stati impiegati di batteri “mangiatori”, un sistema
messo a punto dal microbiologo prof. Giancarlo Ranalli dell’Università del
Molise. Questi batteri applicati sulla superficie del dipinto per circa tre ore
eliminano totalmente il materiale organico senza danneggiare il colore
originale. I micro-organismi scelti sono del genere Pseudomonas stutzeri e
prima di entrare in azione vengono addestrati, vale a dire nutriti solo con
acqua e con le sostanze che devono mangiare. Nel caso degli affreschi pisani,
si trattava di colle animali che erano state utilizzate sugli affreschi negli
interventi dell’immediato dopoguerra. E’ stato inoltre risolto
il problema legato alla ricollocazione degli affreschi sulle pareti del
Camposanto e al fenomeno delle condense che, in un ambiente semi-aperto come
questo, si verifica con regolarità. Un team di esperti, costituito
dall’ingegner Roberto Innocenti, il dottor Paolo Mandrioli del C.N.R. e
l’ingegner Giuseppe Bentivoglio dell’Opera della Primaziale Pisana, ha
progettato e sperimentato un sistema di retro-riscaldamento della superficie
dell’affresco che, al verificarsi delle condizioni favorevoli alla formazione
di rugiada, ne innalza la temperatura superficiale di 2/3 gradi centigradi
sopra quella dell’ambiente, evitando così le dannose condense. Il sistema,
assolutamente originale è gestito da un complesso di sensori che rilevano ogni
dieci minuti, umidità dell’ambiente e temperatura delle superfici dagli
affreschi e, in condizioni critiche, comandano in automatico l’attivazione del
sistema di retro-riscaldamento. Il ciclo di affreschi del
Camposanto Monumentale è un’opera immensa, realizzata dai maggiori maestri del
Tre e Quattrocento e costituita da quasi duemila metri quadrati di pittura. Già
durante il XV secolo si ha testimonianza di interventi per riparare danni di
vario genere. I restauri continuano e si infittiscono nel Settecento a
testimonianza di un degrado che probabilmente ne avrebbe cancellato ogni
traccia. Ad accelerare in modo sostanziale questo degrado i tragici eventi della
fine della seconda guerra mondiale, in seguito ai quali si è scelto di
procedere allo stacco dell’intero ciclo dalle pareti della galleria. Di mano in
mano, gli affreschi hanno affrontato negli anni numerosi interventi e solo
l’ultimo restauro, condotto con estrema perizia dalle maestranze dell’Opera
della Primaziale Pisana, ha permesso un pieno recupero delle opere.  L’Opera della Primaziale
Pisana è l’istituzione nata per sovrintendere ai lavori di costruzione dei
monumenti della Piazza del Duomo, che occuparono e caratterizzarono tutta l’età
comunale a Pisa. Come attestano le due famose epigrafi sulla facciata della
Cattedrale, nel 1064 furono posate le prime pietre e vennero effettuate le
spedizioni vittoriose contro le coste sicule e il porto di Palermo; e al tempo
del vescovo Guido (morto nel 1076) fu innalzato il nuovo tempio. L’Opera della Primaziale
Pisana, fin dalle sue origini, ha sovrinteso la costruzione e trasmissione alle
future generazioni di un patrimonio che è certamente di eccezionale rilevanza
sotto il profilo storico artistico, ma che rappresenta, prima di tutto, un
percorso di fede, che accompagna l’individuo nella sua crescita nei valori
cristiani. Oggi questo Ente,
nonostante siano trascorsi ormai oltre nove secoli dalla posa della prima
pietra della Cattedrale, continua, attraverso i suoi restauratori, a svolgere
il compito di salvaguardare una cultura che è stata capace di esprimersi nei
capolavori architettonici di cui si compone il complesso monumentale della
Piazza del Duomo, che dal 1987 è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio
Mondiale dell’Umanità. Dal 1999 l’Opera della Primaziale Pisana si configura
giuridicamente come Organizzazione non a fini di lucro (ONLUS), regolata da un
proprio Statuto che definisce tra i suoi fini istituzionali la “tutela,
promozione e valorizzazione del suo patrimonio artistico”.

 

 
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