venerdì, 29 Marzo 2024

 
“I buonisti si scandalizzano, per
me Povia è uomo e artista coraggioso”. Anche Matteo Salvini, sulla sua
pagina Facebook, ha condiviso il video del brano Immigrazìa – diventato ormai una web-hit con due milioni di
visualizzazioni in pochi giorni e migliaia di condivisioni – di Giuseppe Povia.

Un testo che ha provocato anche commenti
infuocati per i concetti espressi dal cantautore: “Immigrazìa portami via che per
mandare avanti il Pil vogliono i nuovi schiavi qui. Gli immigrati di domani
saranno i nuovi italiani. Se non vuoi fare quel lavoro lo fanno loro e mentre
fissi il lampadario ti fregano il salario ma non è mica colpa loro, c’è un
disegno molto chiaro: il potere veterano con la scusa del razzismo vuole fare
fuori l’italiano. 

 Ma se dici queste cose sei
soltanto un incivile e sei poco tollerante. L’italiano è cotto bene, sembra
proprio un maccherone. Nel frattempo l’immigrato, mentre tu stai sulla sedia, piano
piano lui si insedia. Nel frattempo l’immigrato, con l’aiuto del governo,
mentre noi litighiamo lui si prende il nostro posto e ci cambia pure il
Padreterno”.

Sulla pagina Facebook di Povia sia
riscontri positivi sia una pioggia di insulti – quando lo scorso inverno ha
portato in tour il format “Invertiamo la rotta” ideato con l’avvocato
Gianfranco Amato gli è andata ancora peggio: auto danneggiata, minacce sui
social e una campagna stampa denigratoria.

Ma lui è un outsider e non si lascia
intimorire. Del resto, il suo è un percorso umano e artistico emblematico: pur
avendo solo la terza media si è messo a studiare economia, ha abbracciato il
pensiero di Charles Goodhart – Povia ha autoprodotto un cd, Nuovo Contrordine Mondiale in cui la
maggior parte delle canzoni vertono su temi di economia, finanza e politica –
ed è stato invitato a partecipare in qualità di relatore a numerosi convegni
accanto al filosofo Diego Fusaro e all’economista Alberto Bagnai. Difficile se
non impossibile provare a “smontare” le sue tesi, tutte avvalorate da
riscontri.

Povia, che il 16 agosto sarà a Sasso di
Castalda, il 18 ad Albano di Lucania e il primo settembre a Latronico in
concerto con la band (Alessio Buccella, piano; Anna Magno, violino e voce;
Corrado Guidi, chitarre; Graziano Guidetti alla batteria e Mirko Pieri al
basso), racconta le ragioni di Immigrazìa

Come è nato il brano Immigrazìa?

“L’Italia è diventata un discount nel
quale tutti vengono a fare la spesa a basso prezzo. Non esiste più uno stato
sovrano che dirige e regolamenta e quindi, per mandare avanti il PIL, il
governo sfrutta e schiavizza anche gli immigrati. L’immigrazione fa guadagnare
chi gravita intorno al fenomeno stesso. Immigrazìa
infatti è un termine sfottò per dire che il potere è di chi gestisce questa
invasione. Poi se volete faccio finta che tutta vada bene e che tutto sia
normale”. 

Secondo te, perché Immigrazìa ha
scatenato tante polemiche?

“Non si possono nemmeno chiamare
polemiche perché su 10 persone 9 attaccano me sul personale con battute e
insulti e una sola argomenta seriamente ma in modo debole”. 

Dall’uscita del singolo che ha anticipato Nuovo Contrordine Mondiale, Chi
comanda il mondo
, a poche settimane fa hai subìto un lungo black out per
quanto riguarda i mass media. Adesso, tra carta stampata e televisione, è in
atto quasi una gara per intervistarti. Come spieghi questo improvviso rinnovato
interesse nei tuoi confronti?

“Credo che anche i media in generale
siano d’accordo con quello che canto nel brano e che l’aria stia cambiando. Non
tanto nei miei confronti ma nei confronti di quelli che gridano al razzismo
quando non si tratta di quello ma di buon senso e protezione del territorio.
Solo uno stupido può credere che il brano Immigrazìa
sia contro gli immigrati. I versi sono chiari”. 

Dopo Liberi di scegliere – brano
che hai scritto dopo l’obbligo dei vaccini – e Immigrazìa, entrambi diffusi sui social network, cosa dobbiamo
aspettarci da Giuseppe Povia?

“Sempre libertà di pensiero e di espressione attraverso musica e video”.

Rossella Montemurro
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