martedì, 11 Febbraio 2025

Ripristino viabilità ordinaria SS7 Matera

“In riferimento ai disagi segnalati da più parti circa il traffico rallentato sulla strada statale 7 all’altezza dello svincolo di Matera Sud a causa di lavori che hanno richiesto l’attivazione del senso unico alternato, questa mattina ho incontrato Anas che ha fatto...

BIT 2025, presentata la slittovia delle Dolomiti Lucane

La slittovia delle Dolomiti Lucane, iniziativa compiuta in co-marketing con Apt e Regione Basilicata, ha ricevuto grande attenzione da parte dei giornalisti e dei visitatori presenti alla Borsa internazionale del turismo. Tanti si sono messi in fila per ammirare in...

Perla, una ragazzina bullizzata per il suo aspetto fisico che non rispecchia i canoni: ogni giorno di scuola è una tortura, lei è sola contro tutti, dal tragitto in autobus al tempo da trascorrere in classe ascolta solo battute volgari, appellativi sconci. E ancora post e video che in loop si rincorrono online e hanno lei come protagonista.

Un’adolescente bersaglio della perfidia dei coetanei è come se avesse le mani legate. Se reagisce corre il rischio di peggiorare la situazione, se non reagisce si autocondanna a vivere nell’inferno.

La mamma di Perla è morta per un tumore e lei vive con la nonna, anziana, a Poggio in Chianti.

La seconda classe al liceo tecnologico Margherita Hack di Firenze che frequenta è un incubo. Le arrivano, tutti i santi giorni, insulti irripetibili. La vergogna, l’impotenza e lo strazio che prova Perla li esorcizza mangiando, come se quel riempirsi in modo abnorme di cibo potesse ricompensarla dal dolore e dal disagio psicologico con cui ormai convive. Tutta la rabbia che non riesce a esternare la rivolge su di sé, in un circolo vizioso terribile. Le abbuffate e i sensi di colpa non fanno che aumentare il suo malessere.

Grassa, obesa ma studentessa modello è una vittima sacrificale. Un giorno la situazione pre­cipita, le offese sui social si moltiplicano, alcuni video diventano virali. E lei non può far niente per difendersi.

Posso cambiarti la vita (Vallecchi) di Divier Nelli affronta tematiche di stretta attualità – il cyberbullismo, la bulimia, le incognite della rete – con uno stile dirompente e, spesso, disturbante. Non ci sono filtri, niente è edulcorato: le offese, crudeli, a Perla è come se arrivassero al lettore per la loro violenza. E il lettore entra inevitabilmente in empatia con la ragazza.

Indifesa, esposta al pubblico ludibrio, profondamente sola: è in questo stato quando si accorge di un messaggio insistente di un contatto che si fa chiamare Matryoshka (“Viso rosso fuoco. Occhi allungati, cattivi, feroci, del tutto privi di ciglia e sopracciglia. Niente guanciotte che rendevano simpatiche e innocenti le altre matriosche che aveva visto. Ma la cosa più inquietante era la bocca. Un po’ aperta, da cui spuntavano due file di denti giallastri, fitti e acuminati. Triangolari come quelli di uno squalo”): “Posso cambiarti la vita”. Quattro parole innocenti. Dopo qualche titubanza Perla cede restando coinvolta in un meccanismo a orologeria troppo più grande di lei, che la trascinerà in un perverso scambio di favori dallo scopo ignoto e le trasformerà per sempre la vita.

Non c’è niente di scontato in questo romanzo capace di scardinare qualsiasi certezza: una lettura travolgente con un epilogo pronto a lasciarci senza parole.

Divier Nelli (Viareggio, 1974) vive a Firenze. Scrittore, editor, consulente editoriale e insegnante di narrazione, ha diretto i Gialli Rusconi. Ha esordito nel 2002 col romanzo La contessa, cui sono seguiti Falso binario, Il lungo inganno (scritto a quattro mani con Leonardo Gori), Amore dispari e Coma. Decine di suoi racconti sono apparsi su importanti riviste e antologie, tra cui Drugs (Guanda), di cui è stato anche curatore. Nel 2017 per Guanda è uscito Il giorno degli orchi.

Rossella Montemurro

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