venerdì, 29 Marzo 2024

Tricarico, riqualificazione dell’area “Borgo Saraceno”. L’architetto Trabace, progettista: “Rigenerare non vuol dire solo ricostruire le parti di un organismo, ma anche riattivarle in modo che si possano reintegrare nei suoi meccanismi meglio di prima”

Sono terminati i lavori, nel Comune di Tricarico, per la riqualificazione urbana e realizzazione di alloggi da destinare ad edilizia residenziale pubblica nell’area “Borgo Saraceno”. Progettista dell’intervento l’architetto Giuseppe Trabace, capogruppo RTP e direttore...

Nella
serata di ieri, 21 settembre, i Carabinieri della Stazione e dell’Aliquota
Radiomobile di Policoro, a seguito di richiesta di soccorso per una violenta
aggressione nei confronti di una donna pervenuta sul numero di emergenza 112,
sono intervenuti presso l’abitazione della vittima dove hanno trovato e
bloccato il compagno convivente, visibilmente in stato di alterazione e
agitazione. I Carabinieri erano stati allertati dalla nipote della vittima che,
sentendo le urla, si era affacciata, aveva assistito a parte della scena ed
aveva visto la zia fuggire di casa. La donna, infatti, impaurita, per sfuggire
all’ira e alla violenza del compagno che senza alcun motivo aveva iniziato a
minacciarla e a colpirla, era fuggita di casa e si era rifugiata e nascosta
all’interno di un magazzino nelle vicinanze delle sua abitazione dove i
militari l’hanno effettivamente rintracciata. Gli immediati accertamenti svolti
consentivano ai Carabinieri di verificare che l’episodio descritto non era che
l’ultimo, in ordine temporale, di una serie di offese, minacce e violenze
fisiche nei confronti della donna. Episodi che duravano fin dall’inizio della
relazione con l’uomo.

Pochi
giorni prima, infatti, dopo aver subito l’ennesima aggressione in cui era sta
picchiata nel corso di una lite nata per banali motivi, la donna a causa dei
persistenti forti dolori era andata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di
Policoro, riferendo di esser caduta, ed i medici le avevano riscontrato la
frattura di tre costole.

La
donna non aveva mai confidato alla sua famiglia né denunciato prima ad alcuna forza
di polizia le violenze subite poiché assoggettata psicologicamente all’uomo e intimorita
al pensiero di ritorsioni da parte del compagno, sia nei suoi confronti che nei
confronti dei famigliari.

A
conclusione dei racconti della donna, rincuorata dalla presenza e
dall’approccio rassicurante e comprensivo dei militari, sono scattate le
manette per un quarantaquattrenne, arrestato in flagranza del reato di maltrattamenti
in famiglia ed accompagnato presso il carcere di Matera, ove si trova tuttora
in custodia.     
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