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E’ definito “un meta-romanzo ironico sul tema della falsificazione” Piano americano. Il romanzo che non scriverò (Morellini editore) di Antonio Paolacci.
Nei giorni che precedono la nascita del suo primo figlio, l’io narrante – che porta il nome dell’autore Antonio Paolacci – decide di abbandonare per sempre la scrittura: è l’inizio paradossale di un viaggio originale e umoristico tra realtà e finzione, con il racconto delle avventure grottesche di un manipolo di personaggi bizzarri: una coppia impegnata a realizzare uno scherzo mediatico di portata storica, un agente segreto del tutto anomalo, un intellettuale tossicomane e perfino un uomo semi-invisibile. Tra fiction e autofiction il romanzo presenta due piani narrativi intrecciati: il piano autobiografico (parzialmente falso) fa da cornice. L’io narrante è in attesa di diventare padre, immerso tra preparativi, disavventure mediche e bilanci della propria vita, quando matura all’improvviso la decisione di smettere di scrivere per sempre; il piano della fiction è rappresentato dal romanzo che il personaggio semi-reale Paolacci ha deciso di abbandonare: Piano Americano, questo il titolo, entra nella narrazione prima con qualche accenno all’idea, poi in crescendo, fino a diventare un romanzo nel romanzo.
Senza mai perdere il suo carattere narrativo, il testo contiene svariate digressioni, collegate alla trama, che hanno per tema il cinema, l’editoria, la fiction e la comunicazione in genere.
In particolare si parla del linguaggio audiovisivo, del potere delle immagini, della relazione psicanalitica tra narrazione e inconscio. Piano Americano è un testo innovativo, che sperimenta nuove possibilità letterarie, una fucina d’idee, in bilico tra la narrativa umoristica e un saggio autobiografico sull’arte stessa della narrazione, tra cinema e editoria, letteratura e realtà.
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Antonio Paolacci (1974) è nato nel basso Cilento e vive a Genova. È scrittore ed editor dal 2007. Ha pubblicato Flemma (Perdisa Pop, 2007), Salto d’ottava (Perdisa Pop, 2010), Accelerazione di gravità (SenzaPatria, 2010), Tanatosi (Perdisa Pop, 2012) e svariati racconti e articoli in antologie collettive e riviste.
Ha condotto alcuni studi di psicoanalisi del cinema (tema dominante di questo romanzo) considerati in ambito accademico i più approfonditi sull’argomento. È stato il direttore editoriale del marchio ‘Perdisa Pop’ dal 2011 al 2014. È l’ideatore di ‘Progetto Santiago’, il primo progetto editoriale italiano interamente gestito da un nutrito gruppo di scrittori, artisti e professionisti indipendenti. |
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