martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

“È cominciata con la paura. Paura delle automobili. Paura dei treni. Paura delle luci troppo forti. Dei luoghi troppo affollati, di quelli troppo vuoti, di quelli troppo chiusi e di quelli troppo aperti. Paura dei cinema, dei supermercati, delle poste, delle banche. Paura degli sconosciuti, paura dello sguardo degli altri, di ogni altro, paura del contatto fisico, delle telefonate. Paura di corde, lacci, cinture, scale, pozzi, coltelli. Paura di stare con gli altri e paura di restare da sola”.

Sono passati vent’anni dall’esordio stupefacente e scandaloso, Dei bambini non si sa niente – che continua a dividere critica e pubblico –, ci sono stati altri romanzi di successo – La prima verità ha vinto il Premio Campiello 2016e Simona Vinci è riuscita a tirar fuori di nuovo uno stile autentico e sconvolgente con Parla, mia paura (Einaudi). Una full immersion nelle proprie angosce, una lunga apnea in uno dei periodi più bui della vita della scrittrice. L’ansia, il panico, la depressione spesso restano muti: chi li vive si sente separato dagli altri e incapace di chiedere aiuto. Ma è solo accettando di «rifugiarsi nel mondo» e di condividere la propria esperienza che si sopravvive. La stanza protetta dell’analista e quella del chirurgo estetico, che restituisce dignità a un corpo di cui si ha vergogna, l’inquietudine della maternità, la rabbia della giovinezza, fino allo strappo iniziale da cui forse tutto ha avuto origine.

Per la Vinci, la parola diventa un mezzo per analizzare e affrontare il dolore. Un dolore – sordo, lacerante, costante- che a poco a poco si annienta con l’elaborazione, la psicanalisi, un intervento di chirurgia estetica e una gravidanza. Paradossalmente, quindi, per la scrittrice è buttandosi nella vita anziché rimanendo ai margini pensando alla morte, che si sconfigge il male oscuro.

Parla, mia paura è un libro complesso che restituisce umanità e sensibilità ad una delle autrici italiane più eteree e raffinate.

Simona Vinci è nata a Milano nel 1970 e vive a Bologna. Il suo primo romanzo, Dei bambini non si sa niente (ultima edizione Einaudi Stile libero, 2009) ha riscosso un grande successo. Caso letterario dell’anno, è stato tradotto in numerosi altri paesi, tra i quali gli Stati Uniti. Sempre per Einaudi sono usciti la raccolta di racconti In tutti i sensi come l’amore(«Stile libero», 1999) e i romanzi Come prima delle madri(«Supercoralli», 2003 ed «Einaudi Tascabili», 2004), Brother and Sister(«Stile libero», 2004), Stanza 411 («Stile libero Big», 2006), Strada Provinciale Tre («Stile libero Big», 2007), La prima verità («Stile libero Big», 2016) e Parla, mia paura («Stile libero Big», 2017). Per i lettori più giovani ha pubblicato Corri, Matilda (E.Elle, 1998) e Matildacity(Adnkronos Libri, 1998). Ha scritto il racconto La più piccola cosapubblicato nell’antologia Le ragazze che dovresti conoscere («Stile libero Big», 2004). Inoltre nel 2010 ha collaborato alla raccolta Sei fuori posto (Einaudi, Stile libero Big).

Rossella Montemurro
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