martedì, 18 Marzo 2025

Assessore Pepe: “Supportare i sindaci nella difesa della legalità”

“Legalità, efficienza, velocità, obiettivi sono le quattro parole che non devono mai mancare nella pubblica amministrazione, anche per contrastare qualsiasi tentativo di infiltrazione criminale”. Lo ha detto, dal palco della Casa Cava, a Matera, il vicepresidente...

Poste Italiane: un sostegno ai papà per la conciliazione della vita professionale con quella familiare. La testimonianza di Angelo Coretti, papà in carriera a Matera: “Sono cresciuto in azienda senza rinunciare alle gioie dei miei figli”

In Poste Italiane l’attenzione per i neopapà è sempre crescente. I giovani padri sempre più spesso vogliono essere parte attiva nella vita e nell’educazione dei figli. Per venire incontro a questa crescente esigenza Poste Italiane ha deciso di potenziare i meccanismi...

Ostruire il passaggio al cortile in uso anche ad altra persona a cui viene impedito di entrare per recuperare i propri attrezzi ivi depositati o a un’auto, parcheggiando la propria in modo incivile tanto da non lasciarla passare, fa scattare il reato di violenza privata: non solo, quindi, una semplice multa per violazione del codice della strada a carico di chi blocca l’uscita o l’entrata da o per un garage, un cancello, un box auto, l’ingresso a un cortile, un edificio ecc., ma anche un procedimento penale vero e proprio. A confermare la condanna per violenza privata la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, nella sentenza n. 51236/2019 del 19.12.2019. L’episodio giudicato dalla Cassazione si è verificato nella provincia di Matera. Un uomo si era rifiutato di rimuovere la sua auto parcheggiata all’ingresso di un cortile privato, così togliendosi lo ‘sfizio’ di impedire al vicino «di accedere al cortile e di prelevare gli attrezzi di sua proprietà, lì depositati». Per i giudici non vi sono dubbi sull’abuso compiuto dall’uomo sotto processo, che, a precisa richiesta, si è rifiutato di spostare l’auto, così impedendo a un’altra persona di accedere al cortile e recuperare gli attrezzi di sua proprietà. A riguardo, la Corte ha affermato due importanti principi:

– il reato scatta anche per pochi minuti: non conta quanto tempo duri la violenza, ma il semplice fatto che il comportamento sia stato realizzato;

– il reato scatta sia nel caso in cui la condotta sia stata posta in malafede (dolo), con l’intento di dar fastidio, sia con colpa, ossia ignorando di aver bloccato il passaggio.

Infine, gli ermellini sottolineano che «il requisito della violenza si identifica con qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente la persona offesa della propria libertà di determinazione e di azione».

Non è la prima volta che gli Ermellini si pronunciano su vicende analoghe e il prevalente indirizzo giurisprudenziale è nel senso di condannare coloro che bloccano il passaggio e impediscono l’accesso al cortile, al garage o, addirittura, parcheggiano selvaggiamente in doppia fila.

In questi casi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, “per denunciare chi ti blocca il passaggio non devi far altro che immortalare la posizione delle macchine con una fotografia e recarti alla polizia o ai carabinieri. In quella sede, ti basterà raccontare l’episodio e chiedere che si proceda per le vie penali. In alternativa, potresti anche rivolgerti direttamente alla Procura della Repubblica, per il tramite del tuo avvocato, depositando lì il tuo atto di querela”.

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