giovedì, 28 Marzo 2024

Colobraro, 69enne arrestato dai Carabinieri per tentato omicidio

Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Policoro hanno arrestato 69enne di Colobraro, che dovrà espiare un residuo pena di anni 8, mesi 6 e giorni 26 di reclusione a seguito di condanna esecutiva alla pena di anni 9 e mesi 1 di reclusione per un...

È una voce sottile ma con una forza spaventosa quella della quindicenne Oliva. Siamo negli anni Sessanta in un piccolo paesino siciliano, Martorana. La sua è una famiglia modesta, lei ha un senso critico spiccato, ha le idee chiare su ciò che le piace e ciò che non le piace, deve sempre barattare la curiosità con le redini strette che la madre le impone – la stessa madre che le ripete in maniera ossessivamente che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia” –, vorrebbe continuare a correre “a scattafiato”, a studiare per diventare maestra, a rimanere la migliore amica di Saro.

Oliva Denaro (Einaudi) è il nuovo, bellissimo, romanzo di Viola Ardone, con un’altra protagonista pronta a far breccia con il suo carico di umanità, come era accaduto ne Il treno dei bambini.

Naturalezza e autenticità sono due doti che appartengono a Oliva, ingabbiata in un’epoca e in una serie di retaggi che le stanno stretti. La sua è l’unica voce fuori dal coro tra adolescenti “senza grilli per la testa” che aspettano solo di convolare a nozze per diventare mogli e madri devote. Lei non vuole fare la fine della sorella, costretta a sposarsi perché incinta. Non vuole avere le mestruazioni ma vuole continuare a fare la “maschiaccia”, condividere la cameretta e i pensieri con il gemello Cosimino, andare a raccogliere le lumache con il padre. Ed è una figura stupenda quella del padre Salvo, un uomo mite, buono, in controtendenza con i padri-padroni: lui alle figlie vuole un bene dell’anima e per loro è disposto a tutto, anche a ignorare le “maleforbici”, a evitare consuetudini deplorevoli, a interrompere “tradizioni” desuete e maschiliste. Lui vuole solo che le sue ragazze siano serene. Se per la moglie, Amalia, è “sangue di cimice”, per i lettori è un uomo favoloso, con un’umanità incredibile.

Quando Oliva inizia a essere “insidiata” dal figlio di Paternò – un uomo chiacchierato, probabilmente uno strozzino, con amicizie influenti – che, esasperato dai continui rifiuti della ragazza, la rapisce per cinque lunghi giorni – l’obiettivo è un matrimonio riparatore, che la renderà sua per sempre –, Salvo per Oliva diventa un angelo custode, il suo faro, la sua guida. La accompagna dai carabinieri, si mette a sua disposizione – la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei – e Oliva, sostenuta proprio dal padre, dice “no”: non è disposta, per l’onore, a sottomettersi a un uomo e alle regole non scritte di una società che di fatto non rendeva le donne libere. Nella sua battaglia sarà sostenuta da Liliana, la figlia di un militante comunista che le affiancherà un avvocato, e instaurerà un nuovo rapporto con la madre, finalmente complice in un lungo e impervio cammino alla conquista dei diritti.

La Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. Oliva Denaro ha un’emotività pazzesca, uno stile unico e lontano da qualsiasi stereotipo.  La trama si ispira alla vicenda di Franca Viola, una ragazza degli anni Sessanta che come Oliva rifiutò il matrimonio riparatore. Grazie alla sua tenacia, dal codice penale fu cancellato l’articolo 544, quello che permetteva di estinguere il reato di violenza sessuale con il matrimonio riparatore, abolito in maniera definitiva solo nel 1981. E soltanto 25 anni dopo, nel 1996, lo stupro venne riconosciuto come reato contro la persona.

Viola Ardone (Napoli 1974) insegna latino e italiano al liceo. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Il treno dei bambini (2019), caso letterario dell’anno, in corso di traduzione in trentaquattro lingue, che diventerà presto un film.

Rossella Montemurro

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