giovedì, 25 Aprile 2024

Time for Action” è uno dei messaggi chiave della Commissaria Europa, Elisa Ferreira, che ha partecipato alla terza edizione del percorso del Think Tank Basilicata, richiamando all’opportunità di mettere coesione sociale e rafforzamento della capacità amministrativa delle Regioni del Sud al centro di questa nuova fase europea.

Una Basilicata, dunque, più europea, più coesa, moderna e veloce e con voglia e ansia di futuro.

Ripartire e realizzare la visione “Basilicata: Energie per un futuro sostenibile”, elaborata nel 2018 dall’Advisory Board del Think Tank Basilicata, è un imperativo. Il Think Tank Basilicata è una iniziativa che TotalEnergies EP Italia ha fondato insieme ai partners della Joint venture Tempa Rossa Shell e Mitsui e con il contributo scientifico di The European House – Ambrosetti.

Il percorso della Basilicata verso l’implementazione della visione identificata è accompagnato dal Tableau de Bord, un cruscotto di monitoraggio permanente delle otto aree tematiche, vale a dire le esigenze settoriali strategiche del territorio, e di tre fattori orizzontali, ossia i fattori abilitanti e trasversali rispetto alle aree tematiche. Lo strumento si configura come un supporto strategico a disposizione delle Istituzioni e dei decisori per misurare i progressi, verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni adottate e introdurre correzioni nelle aree identificate come essenziali per lo sviluppo del territorio. Sono 63 gli Indicatori monitorati dal Gruppo di Lavoro, che in questa edizione sono stati riclassificati nelle aree tematiche del Piano Strategico Regionale 2021-2030.

Il 2021 è stato l’anno che ha segnato la ripartenza, con una previsione di crescita del PIL nazionale record, pari al +6,3%. Le risorse mobilitate a livello europeo con Next Generation EU – declinato nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza – stanno consentendo di recuperare ottimismo e voglia di progettazione, sia da parte delle istituzioni che da parte della business community e dell’opinione pubblica.

La rinnovata voglia di partecipare alla costruzione di un nuovo futuro per il Paese caratterizza anche il Think Tank Basilicata che conferma il tradizionale appuntamento con il Forum conclusivo del percorso annuale dell’iniziativa, chiamando a raccolta tutti gli stakeholderchiave per confrontarsi – con il contributo di relatori nazionali e internazionali – sulle questioni più importanti da affrontare e costruire insieme un futuro comune per questa Regione.

Oggi, il percorso verso un futuro sostenibile per la Basilicata deve necessariamente essere delineato a partire dai fattori distintivi della regione che – tra le altre cose – presenta una spiccata vocazione per l’agricoltura e il settore agroalimentare che genera il 7,5% del valore aggiunto regionale, contro una quota che per l’Italia vale il 4,0%. La Basilicata è, inoltre, la regione con la minore distribuzione di fertilizzanti in agricoltura e più del 20% dell’intera superficie regionale è occupato da aree protette. Non è un caso se la Regione Basilicata abbia scelto di candidarsi ad ospitare il Centro Nazionale sulla Biodiversità, come delineato nella Missione 4 del PNRR, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni per monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità, contrastare l’impatto antropico, gli effetti dei cambiamenti climatici e supportare i servizi ecosistemici.

La Basilicata ha anche una vocazione industriale storica: è la prima in Italia per valore aggiunto generato dalle imprese Medium-High Technology rispetto al valore aggiunto manifatturiero, pari al 55,1%, contro un valore medio nazionale di 32,1. La presenza di imprese medio-grandi e di filiere capital-intensive costituisce un vantaggio competitivo per il territorio che può attivare percorsi di transizione verso una nuova economia, più innovativa e sostenibile, coinvolgendo la fitta rete di piccole e medie imprese.

Le risorse a disposizione per valorizzare gli asset del territorio sono significative: la nuova programmazione europea 2021-2027 ha messo in campo ingenti risorse per promuovere la crescita. Il bilancio a lungo termine prevede oltre 1.000 miliardi di euro gestiti direttamente e indirettamente dalla Commissione che includono i Fondi strutturali di investimento e finanziano la politica di coesione europea. In aggiunta, il Next Generation EU costituisce il principale mezzo di finanziamento del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che alloca al Mezzogiorno circa 82 miliardi di Euro. Complessivamente, il Sud Italia avrà a disposizione circa 213,8 miliardi tra fondi europei ed italiani nel prossimo decennio, cui si aggiungono per la Basilicata circa 2 miliardi di Euro di proventi derivanti dalle royalties sul petrolio nei prossimi 10 anni, secondo le stime del Think Tank Basilicata. Fondi indispensabili per raggiungere obiettivi ambiziosi. Per fare un esempio, l’acqua è una risorsa critica e la sua tutela deve essere affrontata con massima priorità. Con un consumo di 220 litri per abitante al giorno, l’Italia si posiziona come 1° Paese a livello europeo per consumi idrici a livello domestico. Per questo motivo, il lancio di una Water Academy sul territorio potrebbe essere il primo passo per sensibilizzare i cittadini ad un utilizzo più efficiente e consapevole.

Tutti gli sforzi di investimento e di programmazione degli attori pubblici e privati del territorio – sintetizzati dalla Regione nel Piano Strategico 2021-2030 – dovranno però avere come bussola i giovani e l’attrazione di capitale umano qualificato, da ogni parte del mondo. Infatti, tra gli aspetti più critici, non possiamo dimenticare che la Basilicata ha un elevato saldo migratorio (-4,2 abitanti ogni mille rispetto a -0,4 in Italia), un tasso di giovani NEET (21%) e di occupazione femminile (37,7%) peggiore della media nazionale (rispettivamente pari a 19% e 49%).

In questo contesto, la transizione verde può rappresentare il fulcro del rilancio della Basilicata e la Regione può essere protagonista di questa trasformazione nel Paese. A partire dalla visione “Energie per un futuro sostenibile” e ponendo al centro dello sviluppo la valorizzazione del patrimonio territoriale e la tutela della biodiversità, il Think Tank Basilicata ha identificato sette ambiti prioritari sui quali intervenire, a cui si aggiunge l’investimento trasversale nelle infrastrutture fisiche e digitali.

Economia Circolare – Mettere al centro una moderna gestione dei rifiuti

  • Lanciare il più grande programma regionale comuni waste free (che preveda tra le azioni la definizione di standard di criteri ambientali minimi in tutte le gare di appalto e l’adeguamento degli impianti di trattamento e riciclo)
  • Lanciare il più grande programma di educazione nazionale sull’economia circolare, entro cui far rientrare la creazione di una Circular economy academy e l’aggiunta della materia dell’economia circolare in tutti i programmi scolastici

Risorse rinnovabili – Progettare un futuro di energia pulita e condivisa

  • Portare a compimento la realizzazione della Comunità energetica di Tito e coinvolgere la popolazione lucana nel suo processo di attuazione nonché nella condivisione dei risultati conseguiti
  • Promuovere anche nelle altre aree della regione il paradigma dell’auto-consumo energetico, sia nella forma dei gruppi di auto-consumatori, sia nella forma delle comunità energetiche

Idrogeno – Diventare avanguardia nella ricerca per la decarbonizzazione del sistema di trasporto e dell’industria tramite idrogeno

  • Realizzare un blueprint che, tramite un progetto pilota, stimi il fabbisogno di investimento richiesto e identifichi gli ambiti di specializzazione per la realizzazione di una delle “hydrogen valleys” previste dal PNRR
  • Decarbonizzare i sistemi ferroviari con l’adozione di soluzioni tecnologiche, quali i treni a idrogeno e a batteria, che possono migliorare il servizio e aumentare la connettività in tempi più brevi rispetto all’elettrificazione della rete

Risorsa idrica – Garantire la tutela della risorsa idrica in linea con l’ambizione di essere il punto di riferimento per lo sviluppo di energie verso un futuro sostenibile

  • Favorire l’adozione di un mix di tecnologie e impianti che permettano di ridurre l’utilizzo di acqua, aumentare il riciclo/riuso dell’acqua, ridurre la produzione di acque di scarico, ed efficientare i sistemi di monitoraggio del consumo idrico
  • Avviare una Water Academy che si posizioni come il punto di riferimento a livello nazionale per la tutela della risorsa idrica e la ricerca e sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche innovative

Agritech – Progettare e comunicare l’industria agricola e alimentare del futuro

  • Puntare sull’agricoltura di precisione, sfruttando anche le competenze del Centro di eccellenza per Droni di Stigliano, per gestire l’irrigazione e i fertilizzanti e monitorare le coltivazioni
  • Promuovere la digitalizzazione della filiera per aumentare la produttività della filiera e la qualità e tracciabilità dei prodotti (Internet of Things e data analytics per il controllo dei parametri chiave dei processi, blockchain per certificare il percorso degli alimenti e i controlli sanitari)
  • Favorire la visibilità delle Pmi agroalimentari esportatrici e promuovere la partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali di presentazione dei prodotti locali

Bioeconomia – Trasformare i prodotti di scarto in risorse ad alto Valore Aggiunto a supporto delle filiere industriali della Basilicata

  • Creare una Strategia regionale sulla Bioeconomia, attribuendo un ruolo di coordinamento della ricerca al Cluster lucano della Bioeconomia e attivando sinergie con altri territori che stanno portando avanti iniziative connesse alla Bioeconomia (come Campania e Calabria)
  • Lanciare un percorso formativo a livello di Istituto tecnico superiore focalizzato sulla Bioeconomia, all’interno della Fondazione Its Efficienza Energetica
  • Promuovere la coltivazione di colture a forte assorbimento di CO2 (come la canapa) attraverso la creazione di una filiera integrata sul territorio

Attrattività territoriale – Intraprendere un percorso di sostenibilità nel settore turistico e dell’accoglienza

  • Promuovere e arricchire i percorsi turistici distintivi per funzionalità d’uso (enogastronomico, sportivo, ambientale, ecc.), valorizzando quanto già realizzato da «Basilicata en plein air»
  • Completare il piano regionale per la Certificazione di sostenibilità turistica territoriale, ottenibile tramite valutazioni di sostenibilità delle strutture presenti nel territorio da parte di un ente privato internazionale
  • Promuovere iniziative di cittadinanza attiva e turismo didattico tramite progetti che affiancano turista e cittadino in percorsi di riscoperta del territorio

Infrastrutture – Adeguare le infrastrutture di connettività (fisica e digitale)
e di accessibilità ai servizi

  • Mettere in totale sicurezza le infrastrutture stradali e dispiegare la rete di trasporto pubblico per meglio connettere le aree più marginalizzate, così come definito nel Piano Strategico Regionale
  • Rafforzare la capillarità dell’assistenza sanitaria territoriale, garantendo una connessione capillare a tutti i Comuni della Regione (anche quelli più interni)
  • Stimolare l’accesso della popolazione alla Banda ultra larga e favorire lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini e della Pubblica Amministrazione
  • Digitalizzare tutti i servizi pubblici, garantendo l’interoperabilità delle banche dati, e avendo l’ambizione di creare un punto di accesso unico digitale per i cittadini nel medio-lungo periodo

L’impianto propositivo è stato definito da The European House – Ambrosetti in collaborazione con un Comitato Scientifico di prestigio, composto da Patrizia Lombardi (Vicerettrice, Politecnico di Torino; Presidente, Rete delle università per lo sviluppo sostenibile), Azzurra Rinaldi (Head of the School of Gender Economics; Senior Researcher and Professor of Economics, Economics of Emerging Countries and Tourism Economics; Head of the Degree Course on Tourism Economics, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza), Gianni Riotta (Vice Presidente esecutivo, Council for the United States and Italy; Pirelli Visiting Professor, Princeton University; Membro permanente, Council on Foreign Relations; Editorialista, La Stampa) e Giorgio Ventre (Direttore, DIETI, Università degli Studi di Napoli Federico II; Direttore, Developer Academy Apple).

Nel percorso che ha portato alla definizione dei contenuti del Rapporto sono stati ingaggiati più di 200 stakeholder del territorio e sono stati organizzati quattro tavoli di confronto – a Potenza, Matera, Corleto Perticara e Gorgoglione (con possibilità di partecipare anche digitalmente) – per assicurare un profondo e attento ascolto di tutte le voci coinvolte nei processi di sviluppo regionale e, dunque, garantire l’inclusività dell’azione di programmazione strategica.

Al Forum internazionale, oltre ai membri del Comitato Scientifico, hanno partecipato anche rappresentanti del mondo politico, istituzionale, accademico e della business community nazionale e internazionale che hanno dialogato sulle sfide e le opportunità per il futuro della Basilicata, tra cui: Vito Bardi (Presidente, Regione Basilicata); Edoardo Borgomeo (Water Specialist, World Bank; Honorary Research Associate, University of Oxford); Elena Bonetti (Ministero delle Pari Opportunità e la Famiglia); Valerio De Molli (Managing Partner e CEO, The European House – Ambrosetti); Federica Dieni(Vice Presidente, COPASIR – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica); Luigi Di Marco (Membro del Coordinamento operativo, ASviS – Goal 6-14-15 e 7-13); Elisa Ferreira (Commissario Europeo per le Riforme e la Coesione); Harel Gal (Director for Water Quality and Pollution prevention, Israel Authority for Water and Sewage); Andrea Gibelli (Presidente, FNM; Presidente ASSTRA); Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili); Nina Hoegh Jensen (Managing Director, TotalEnergies EP; Country Chair, Italy-TotalEnergies); Cetti Lauteta (Responsabile Scenario Sud, The European House – Ambrosetti); Adrian Leip (Head Bioeconomy, DG Research and Innovation, Commissione Europea); Sabrina Malpede (CEO, Act Blade – vincitore dell’Innovation League per la categoria “Cleantech”); Cristina Oyon (Director of Technology, Innovation and Sustainability, Basque Government; Roberto Pagone (Direttore per gli investimenti per il Sud, RFI); Gianni Rosa(Assessore all’Ambiente ed Energia, Regione Basilicata); Takeshi Arakawa (General Manager Sustainable Smart Town Project, Panasonic Corporation, Japan); Adnan Shihab-Eldin (Senior Visiting Research Fellow Oxford Institute for Energy Studies (UK); Board Member, Kearney Energy Transition Institute (The Netherlands); Former Secretary General, OPEC); Anne Trémier  (Research Director, Istituto Nazionale Francese per la Ricerca agricola, alimentare e ambientale (INRAE); Coordinatrice di DECISIVE, progetto per la valorizzazione decentralizzata dei rifiuti organici).

 “La Basilicata – dice Nina Jensen, managing director di TotalEnergies EP Italiaè senza dubbio un luogo in cui è possibile promuovere dialogo e collaborazione su più fronti: tra imprese e territorio, tra istituzioni locali e centrali.

E sono proprio il dialogo, lo scambio e la collaborazione gli elementi chiave per affrontare i cambiamenti, in aggiunta al sostegno reciproco e la fiducia. Se vogliamo avere successo nella promozione del cambiamento, dobbiamo fidarci l’uno dell’altro: ascoltare e comprendere il punto di vista di ognuno; quindi restare uniti e passare all’azione”.

“Energie per un futuro sostenibile è la nostra visione per il futuro della Basilicata. Per realizzarla, la Regione può puntare su un mix di leve che vanno dal potenziamento dei paradigmi di Economia Circolare, alla valorizzazione della Bioeconomia, passando attraverso la creazione di una Hydrogen Valley che sviluppi la sperimentazione dell’idrogeno come strumento per decarbonizzare l’industria e il sistema di trasporto. Per la prima volta nella storia, le risorse economiche non sono un problema. Il Sud potrà accedere ad oltre 213 miliardi di Euro e, secondo le nostre stime, le royalties per la Basilicata genereranno 1,3 miliardi di Euro cumulati al 2027.” – afferma Valerio De Molli, Amministratore Delegato & CEO di The European House – Ambrosetti.

Di seguito l’intervento pronunciato dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi:

“1.       Il Piano strategico regionale, sulla base di una analisi e di una diagnosi dello stato di salute dell’economia e del territorio regionale indica le possibili via di uscita dallo stato di crisi e dai rischi di declino che corrono l’economia e la società regionale. L’analisi della condizione socioeconomica attuale restituisce infatti un quadro per molti aspetti motivo di grande preoccupazione, anche se non mancano fattori di segno positivo.

2.         Declino demografico, divari infrastrutturali, contrazione quantitativa dell’imprenditoria endogena, processi di disarticolazione territoriale, questione ambientale, squilibri sociali crescenti, deficit di competenze amministrative della P.A., descrivono uno scenario gravido di criticità.  restituendo un’analisi cruda ma veritiera sullo stato di fragilità di gran parte della nostra economia e della nostra società, fragilità acuita dalla pandemia.

3.         Tra le criticità che segnano la nostra condizione vi è innanzitutto lo spopolamento. Un fenomeno che, se certamente non riguarda solo la Basilicata, ma Il Mezzogiorno e l’Europa più in generale, da noi costituisce una vera e propria emergenza in grado di mettere in discussione la stessa tenuta dell’identità istituzionale della Regione, la possibilità di un futuro per molteplici comunità, il rischio di una implosione economica e sociale in diverse aree territoriali.

4.         Particolarmente critico è lo stato di molte infrastrutture, segnate da pluriennali mancanze di interventi manutentivi, in una dimensione -che non ho esitazione a definire – per quanto mi riguarda, sorprendente e inattesa. Basta considerare lo stato delle infrastrutture che afferiscono alla più importante delle risorse regionali, l’acqua (con perdite sino al 60% di questa importantissima risorsa), o ai pochissimi interventi realizzati per combattere il dissesto idro-geologico, una questione di primaria importanza per la Basilicata. A questi due esempi, a cui potrei aggiungerne altri, si sommano i ritardi accumulati su temi assai delicati come quelli che afferiscono ai grandi rischi, alle emergenze, in una terra così esposta a rischio sismico o a calamità naturali e non solo, come abbiamo imparato con la pandemia.

5.         Il Piano sollecita ad intraprendere con determinazione un profondo processo di riforma, sottolineo profondo, che coinvolge anche gli enti e le organizzazioni di emanazione regionale, per poter raccogliere le molteplici sfide di innovazione e di trasformazione dell’economia e della società lucana richieste dal tempo presente e sollecitate dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dagli obiettivi del nuovo quadro di programmazione comunitaria.

6.         Più in generale dalle analisi sul capitale di risorse inutilizzate, sprecate, o sottoutilizzate, che si tratti delle risorse idriche, piuttosto che di quelle forestali, che si tratti del patrimonio pubblico immobiliare o dei terreni demaniali, dello stato delle infrastrutture o della gestione delle aree industriali, e l’elenco potrebbe proseguire….. in molteplici ambiti e settori, emerge come l’eredità ricevuta sia davvero pesante. Di più, potremmo dire che tutti i nodi sono venuti al pettine.

7.         A fronte di questo scenario che fare? Quali gli indirizzi del Piano strategico? Innanzitutto quello di fare dei punti di debolezza i punti di forza di domani. Si tratta di un metodo ben noto a quanti si sono occupano a vario titolo di strategia. Una parte dell’agenda programmatica è dunque già scritta, potremmo dire sollecitata se non imposta, da questo confronto con la realtà. Al contempo la direzione di marcia per i prossimi anni ha già trovato nelle politiche e negli orientamenti europei, e nella sua traduzione nazionale con il Piano di ripresa e resilienza, una bussola fondamentale. Orientamenti, politiche ed azioni che sta ad ogni regione ed alla Basilicata nel caso concreto, saper interpretare e “piegare” (tra virgolette) agli interessi regionali, ossia corrispondere ai reali bisogni ed alle necessità di sviluppo delle nostre comunità.

8.         Il Piano intende pienamente cogliere il portato di innovazione sociale, culturale, economico, amministrativo del PNRR per sostenere lo sforzo politico e progettuale per neutralizzare i processi regressivi, lo stratificarsi di una società bloccata (come quella ereditata), con scarsa mobilità sociale, tutta protesa a tutelare i già tutelati, finendo con l’impedire nei fatti alle nuove generazioni di considerare la Basilicata come terra di opportunità.

9.         Il Piano strategico è il punto di ripartenza, il programma politico – programmatico da cui si dipanerà li documento di politica economica e finanziaria, il bilancio e la nuova programmazione. Rendere coerente il tutto è la condizione per dare gambe e concretezza alla attuazione di una strategia che cerca di frenare il declino, ricomporre i motivi di speranza.

10.      Il Piano mostra obiettivi chiari: portare a termine, nel più breve tempo possibile le iniziative volte a garantire una connettività ultraveloce in tutta la Basilicata e a sostenere lo sviluppo di servizi digitali. Senza la creazione di un contesto altamente digitalizzato qualsiasi progettualità rivolta alla rivitalizzazione dei borghi, al rafforzamento delle imprese, allo sviluppo della medicina territoriale, allo sviluppo di nuova mobilità, al potenziamento delle funzioni urbane, alla modernizzazione della pubblica amministrazione e cosi via, rimarrebbe sula carta, anzi… di più…. renderebbe vano ogni sforzo.

11.      L’altro obiettivo prioritario è prendersi cura della casa comune, per mutuare una bella espressione del Regnante Pontefice, che significa tante cose:

–           Innanzitutto la necessità di ripiegarsi sulle opere di manutenzione del territorio e delle sue infrastrutture.

–           Ma avere cura della casa comune significa anche tutela del paesaggio, valorizzazione delle risorse ambientali.  Anche qui la sfida sta nell’armonizzare lo sviluppo delle energie alternative senza sfigurare il paesaggio, dopo anni di anarchia. Ecco perché spetterà al Piano paesaggistico definire quei vincoli e quelle condizioni tali da tutelare questa risorsa e al contempo consentire in altre aree lo sviluppo della nuova industria energetica.

–           In tema di energia significa armonizzare gli interessi delle Compagnie petrolifere con quelli della Regione, chiamando le stesse a maggiori responsabilità. Non più solo il mero trasferimento di risorse economiche a titolo di compensazione ambientale ma il coinvolgimento in piani e programmi di innovazione per accogliere la sfida della transizione ecologica, per portare in Basilicata Know how. In questa prospettiva abbiamo accolto anche la sollecitazione ad un più puntuale riferimento alla scommessa sull’idrogeno ed alle diverse tecniche e tecnologie per produrle, così da approfondirne tutto il potenziale, senza cedere a facili slogan.

12.      Cura della casa comune è anche rimettere a posto le reti idriche come quelle fognarie, davvero malmesse. Per non parlare della necessità di intervenire sui grandi invasi. Si tratta di un capitale poco manutenuto, con criticità assai rilevanti e con problemi gestionali accumulatasi negli anni, aggravati da un ginepraio di enti che operano nel settore, dove il tema della sostenibilità economica e dell’efficienza è ormai un nodo cruciale. Tutela dell’ambiente naturale, degli ecosistemi, della biodiversità, delle aree naturalistiche e al contempo rilancio del ruolo dei Parchi, e delle funzioni di sviluppo che questo capitale deve assicurare è un obiettivo ampiamente condiviso e che è entrato ormai nella sensibilità di tutti noi. Una sensibilità che deve portarci a rilanciare e rivedere il ruolo e la funzione dei boschi, grande patrimonio della nostra terra, la loro salvaguardia e al contempo la loro capacità di generare economia. Il Piano sollecita un’azione mirata perché nasca finalmente una compiuta industria nel settore al pari di esperienze virtuose generate in altre regioni.

13.      L’altro versante del Piano è costituito dall’attenzione al completamento dei grandi cicli infrastrutturali, a partire da quelli irrigui, per passare poi alle infrastrutture di collegamento e di interconnessione. Il Piano si limita a delineare una visione che porti ad una maggiore integrazione est – ovest e non solo nord-sud; a recuperare una prossimità maggiore tra le due principali città capoluogo di Provincia per evitare una separazione di fatto di interessi e di relazioni, e a potenziare il sistema delle longitudinali e delle trasversali rinviando opportunamente al Piano delle infrastrutture la declinazione di questa strategia. Si richiama però un principio di grande realismo che è quello di tener conto degli investimenti già decisi a livello nazionale per accrescere il loro potenziale impatto e vedere risultati a breve, a partire dal tema delle infrastrutture ferroviarie, senza che questo impedisca il dipanarsi di una visione più ricca ed articolata nell’apposito Piano delle infrastrutture.

14.      Questo sguardo verso l’interno, questa visione basata innanzitutto sulla piena valorizzazione delle risorse endogene, e sui protagonisti locali dello sviluppo, non significa trascurare le dinamiche interregionali, nazionali, europee, mediterranee. Il Piano, in più passaggi, evidenzia come le dinamiche economiche e sociali più vive sono proprio ai confini regionali, come si siano generati processi di interazione molto più significativi in queste aree e l’importanza che assumono le economie di relazioni con i territori contigui; si pone però   il tema del ruolo e delle funzioni che è possibile esercitare in questo contesto per evitare pulsioni centripete: in questa prospettiva hanno un senso il rilancio della Pista Mattei, le Zone economiche speciali, ma anche di una ZES sulla cultura (maturata come riflessione e proposta proprio  a seguito dell’esperienza positiva di Matera capitale europea della cultura 2019); così come ha senso il rilancio di una strategia che punti sulla creazione di centri di logistica e distribuzione per i prodotti agro-alimentari nel metapontino, la creazione di hub di competenze digitali e così via. Occorre cioè che la Basilicata si disponga a divenire motivo di interesse, centro di gravitazione di alcuni servizi strategici funzionali alle strategie adriatiche e nord-europee ma anche rivolte al Mediterraneo; tematiche che andranno ulteriormente dispiegate ma anche chiare linee di indirizzo.

15.      La Basilicata ha dunque necessità di esercitare un ruolo cerniera tra regioni e nel Mezzogiorno. Si tratta di conquistarsi un ruolo non potendo più considerare il dato territoriale e la vocazione geografica sufficiente. Quel ruolo che almeno sul piano della cultura, nell’immaginario nazionale ed europeo e non solo, si è riusciti a conquistare con Matera 2019. Oggi siamo al giorno dopo, e siamo tenuti a ripensare una nuova strategia. Il Piano evidenzia quanto sia importante e strategico un rafforzamento sull’asse natura-cultura-turismo, dell’immagine e della progettualità regionale, e pone – come in altri ambiti strategici – il tema dei poli formativi che devono alimentare la capacità di innovazione del sistema, del sostegno ai protagonisti del settore perché dispieghino pienamente le loro virtualità, sollecitando città e territori a nuovi protagonismi e a divenire fulcro di sperimentazioni e di generazione di ecosistemi virtuosi. In questo orizzonte vi è una specifica attenzione per il mondo dell’industria del cinema, dell’audio-visivo e del digitale in genere, dell’industria culturale e creativa e all’intera filiera dell’economia di visita, dello sport, lungo percorsi definiti da specifiche strategie, come già accaduto in ambito turistico con il piano marketing e come ci apprestiamo con Piano della cultura.

16.      Il Piano focalizza inoltre un altro tema fondamentale quello delle azioni per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà ma anche a quelli più generali della cura della persona, soprattutto se disabile o a rischio di marginalità. Temi caldissimi in una regione con percentuali così elevate di persone in condizioni critiche. Il Piano fa sue le indicazioni e le proposte della elaborazione europea su una “Europa più sociale ed inclusiva” già di per se molto esigenti e che individuano specifiche azioni ed obiettivi. Così come fa proprie le indicazioni sulla a parità di genere, dove si richiama espressamente la Strategia Europea 2020-2026.

18- Il Piano strategico si articola in 13 azioni, che qui ho velocemente riassunto, e in 4 azioni trasversali.  Tra queste merita una ulteriore sottolineatura l’importanza che intendiamo dare al sistema di istruzione e ricerca a partire da un più esigente rapporto con l’Università. E’ evidente che per la Regione il rafforzamento dell’Università è cruciale, e la stessa apertura della Facoltà di medicina è un segnale più che concreto in tal senso, ma è altresì evidente che abbiamo necessità di individuare un modello più virtuoso di relazioni non solo basato sul sostegno finanziario e sul coinvolgimento occasionale in determinate iniziative, ma di una strategia condivisa di collaborazione. Metodo esigente che deve riguardare ogni realtà o organismo del mondo della ricerca da noi sovvenzionato. Senza un istruzione ed una ricerca di qualità non c’è futuro: Ne siamo più che consapevoli, ed è per questo che occorre tornare ad occuparsi con maggiore intensità del mondo dell’istruzione, favorendo la rigenerazione di scuole di arti e mestieri come richiesto anche dagli artigiani, sostenendo il sistema scolastico nel suo sforzo di innovazione anche tecnologico, promuovendo ITS e poli formativi, assecondando le esigenze palesateci dai giovani universitari lucani per rendere più attraente e competitiva l’Università, potenziando i processi di orientamento e le partnership con le imprese locali e con la grande impresa presente sul territorio, per favorire tirocini, stage, esperienze.

17.      In questa visione di rigenerazione sociale ed economica, e di un piano di ripresa cruciale è il ruolo del mondo delle imprese, soprattutto endogene. Senza il protagonismo dei privati, senza la capacità di intraprendere, inventare, innovare non c’è sviluppo. Il Piano ci impegna a fare il massimo per adeguare gli strumenti disponibili alle loro concrete esigenze, a rivedere le politiche di impresa sin qui fatte, a verificare quelle che effettivamente aiutano e quelle che non hanno prodotto gli esiti attesi; a velocizzare i processi amministrativi e semplificare le procedure; a valorizzare i capi-filiera, le imprese di punta in grado di generare sub forniture, a sostenerne la crescita e lo sviluppo. Al contempo il piano sottolinea l’importanza di politiche di attrazione di investimenti in Basilicata e l’importanza dello sviluppo delle economie di relazioni rinviando alle agenzie operative come la neonata Apibas il compito di tradurle in azioni specifiche.

18.      Tutto l’impianto del Piano ha come motivo ispiratore una prospettiva per le nuove generazioni, per il mondo giovanile. Provare a immaginare il futuro non può esser fatto senza di loro. L’interlocuzione con i giovani avviata nel Piano continuerà e lo faremo per tutti i piani attuativi che ci vedranno impegnati nelle prossime settimane. E’ una linfa di cui, noi che siamo impegnati in politica, abbiamo estremo bisogno.

19.      Ma la Basilicata è anche terra di anziani, con necessità di un nuovo welfare, e di strutture socio-assistenziali all’altezza della complessità dei problemi, di una medicina territoriale efficiente e di una telemedicina all’avanguardia, sfide che stiamo raccogliendo con il nuovo Piano sanitario in grado, così da rispondere alle vecchie e nuove esigenze

20.      Per l’implementazione del Piano stiamo dando vita a gruppi di lavoro che redigano Piani di settore e finalizzati a rendere coerente l’impalcatura programmatica-finanziaria anche mobilitando le risorse delprogrammazione comunitaria 2021-21-27 accanto alle opportunità derivanti dal PNRR. Non solo, ma abbiamo dato il via alla realizzazione di Parchi progetti e di cantieri di progettazione già con i Fondo di rotazione per le autonomie locali, varato con legge nel 2020, oggi rafforzato da analogo intervento da parte della Ministra Carfagna, al fine di mobilitare le risorse tecnico-progettuali da mettere al servizio delle comunità locali. In questo orizzonte abbiamo anche costituito una struttura di Missione per il monitoraggio e l’attuazione del PNRR e del Piano strategico regionale e di sostegno agli enti locali.

21.      Il Piano si conclude non casualmente con un riferimento alla legalità, intesa come valore identitario della società lucana e garanzia di qualità sociale ed ambientale e quale   precondizione per l’attuazione del Piano Strategico.

22.      Alla luce di quanto illustrato spero emerga con chiarezza l’impegno profuso per dotarci di una bussola, di un timone, di una prospettiva, in grado di canalizzerà sforzi e risorse per creare nuove opportunità di sviluppo, nuova occupazione, per fermare il declino e dare gambe alla speranza.

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