giovedì, 25 Aprile 2024

Fantasmagorie, nonsense, calembour linguistici sono solo alcuni dei protagonisti dei racconti di Novelle spettinati. Rapsodi erranti in fila per tre con il resto di due (Guerini e Associati) di Ezio Paolo Reggia, una raccolta brillante nella quale i voli pindarici della fantasia si intrecciano con personaggi storici, miti letterari, gente famosa. Un mix originale, sempre in bilico tra realtà e immaginazione, che riesce a strappare sorrisi per le descrizioni di vicende, spesso surreali, in cui si trovano coinvolti i vari personaggi.

L’autore gioca con le parole, porta all’esasperazione storie note rendendole irresistibili. I significati e il (non) senso vengono di volta in volta trasformati e l’effetto finale è in trame ricche di paradossi perché “a volte il senso comune è solo la somma di tanti luoghi comuni”.

Incontriamo tra le pagine un cocciutissimo Adamo che non riesce a commettere un peccato originale, un alano (Gregorio) che, dietro compenso, riesce a sbrigare commissioni per il padrone, un emiro che scopre un sosia originario di Gallipoli…

 Il filo conduttore è dato sempre da situazioni che pian piano diventano paradossali, tutte però rimangono leggere ed è davvero un piacere, in un periodo critico, un libro così spensierato.

Come sono nate le sue Novelle spettinate?   

Novelle spettinate è il secondo capitolo di una trilogia che ha esordito con I Racconti della notte da leggere di giorno e si concluderà con la pubblicazione di Novelle surgelate, il libro che sto scrivendo. Si tratta di tre antologie autonome e indipendenti che tuttavia hanno in comune l’impianto di base caratterizzato da narrazioni che esaltano i paradossi del mondo in cui viviamo, dove l’assurdo e la comicità si mescolano al surreale e, a volte, sfuggono al controllo della ragione. La mia immaginazione ha avuto la sua miccia nella scoperta di due scrittori originali: David Sedaris e lo scrittore dell’Ottocento Edward Lear, famoso per i suoi nonsense, i limerick.”

Qual è la “Novella spettinata” che le è più cara?

“È “L’abito non fa il monaco” perché, seppur con qualche forzatura ed esagerazione, è la vera storia di un mio carissimo amico. Naturalmente per rendere (quasi) irriconoscibile il personaggio (ben conosciuto nel suo ambiente) ho dovuto presentare alcuni passaggi della sua vita al contrario oppure inserendoli in contesti fuorvianti. Lo spunto, e il pretesto, per scrivere il racconto mi sono stati suggeriti dalla ricorrenza del ventesimo anniversario della notte di addio al celibato del mio amico, circostanza nella quale ne successero di tutti i colori. Si tratta di una novella che riassume, in termini metaforici, il principio taoista “Ciò che è, non è. Ciò che non è, è”, giocando sulla dualità yin-apparenza realtà. È il mio racconto più caro, ma soprattutto è un racconto molto divertente.”

Lei ha ricoperto negli anni ruoli manageriali di altissimo livello ed è stato docente di Economia e Finanza delle Imprese di Assicurazione. In che modo è riuscito a conciliare un’impostazione piuttosto rigida, come immagino sia stata quella della sua vita professionale, con la fantasia “a briglia sciolta” sottesa ai suoi racconti?

“È stato semplice, mi sono limitato a lasciare uscire all’aria aperta il “puer” che per tanti anni era stato confinato al gabbio: uno stato dell’Io scanzonato ed impertinente. È stato il mio modo di ritornare quello che ero, quando non andavo di fretta. E vivere da “puer aeternus”.”

Quale target di lettori le piacerebbe leggesse Novelle spettinate?

“Mi piacerebbe che i miei libri fossero letti da una platea di lettori selezionata, spiritosa, intelligente, stanca di leggere libri che tutti leggono per non essere costretti a pensare ciò che tutti pensano.”

Quali sono i suoi modelli letterari di riferimento?

“Sono uno scrittore da strada, un po’ naïf, che scrive perché lo scritto sia parlato per diventare parlante. Non ho modelli letterari di riferimento. È vero invece che sono estremamente ghiotto di letture che spaziano dalla psicosociologia all’astrofisica, dalla filosofia alla storia e all’attualità.”

Ezio Paolo Reggia, manager, docente, saggista e novelliere. Ha pubblicato: Postille a margine della tariffa incendiori (1977), Il marketing del prodotto assicurativo (1990), Management (2003), Quote di pensiero (2006), Monologo (2009), Triccheballacche (2016), Ritratti di manager (2016). Per Guerini ha pubblicato Racconti della notte, da leggere di giorno – Florilegio di narrazioni surreali (2019) e, con Gianfranco Dentella, Dessert – Management, dintorni e contorni (2019).

Rossella Montemurro

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