giovedì, 18 Aprile 2024



I Lucani sono contrari all’estrazioni
petrolifere in Basilicata. E’ il segnale chiaro che emerge dalle oltre 7000
firme raccolte dall’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie attraverso la
piattaforma Change.org (https://goo.gl/VsHWuz).
I Lucani sono consapevoli ormai che il petrolio genera solo “sviluppo distorto”
senza creare ricchezza per le imprese locali, dichiara Donato Nardiello
Presidente dell’Associazione. Sono coscienti che le compagnie petrolifere
stanno utilizzando la nostra terra solamente per fare profitti. Sfruttano il
capitale naturale della Basilicata, compromettono l’utilizzo dell’acqua e di altre
preziose risorse del territorio, fondamentali per tutelare la salute,
l’ambiente e per sostenere la crescita e il progresso dell’economie locali del
settore turistico, e agricolo e culturale.  


Prima che sia troppo tardi, propone
Nardiello, le Istituzioni coinvolgano i cittadini, le associazioni e le imprese
per individuare una strategia di uscita del petrolio dalla Basilicata. Alcuni
Stati lo hanno già fatto. Basta volerlo! Può farcela anche la Regione
Basilicata.


La petizione lanciata con la scoperta dello
svernamento del petrolio dal COVA dell’ENI in Val d’Agri e della conseguente
contaminazione delle falde acquifere chiede al Presidente della Regione
Marcello Pittella al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di attivare una
moratoria per la chiusura delle attività estrattive sul territorio della
Basilicata. Nei prossimi giorni, conclude Nardiello, continuerà la raccolta
delle firme con una serie di iniziative. Il 20 maggio, con i volontari di
ScanZiamo le Scorie parteciperemo alla manifestazione a carattere
interregionale a Corleto Perticara (PZ) contro l’apertura di Tempa Rossa.

  

 

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