venerdì, 19 Aprile 2024

“Quando guardavo programmi sul cannibalismo, quando leggevo orribili storie di amanti divorati o casi di persone in cerca su internet di qualcuno disposto a mangiarle, mi dicevo: vi capisco. La mia intera esistenza esprimeva gli impulsi contrastanti della fame: un desiderio di consumare, ma anche di essere consumata”.

Incontrarsi per mangiare fino a scoppiare, sovvertire i canoni della cultura imperante che vuole le donne raffinate e, soprattutto, pelle e ossa. Invece, appropriarsi senza remore o perplessità di spazi, riempire il corpo, abbandonarsi alla voluttà del cibo. Lasciarsi andare alle confidenze, non avere freni. Insomma, il contrario di ciò che fanno di solito le donne. È quello che accade al Supper Club, un collettivo di donne che, secondo The Guardian è una sorta di versione femminista del gruppo maschile anarchico nel Fight Club di Chuck Palahniuk.

Le divoratrici (Blackie Edizioni, traduzione di Dafne Calgaro e Marina Calvaresi), l’esordio di Lara Williams, sempre per The Guardian rientra tra i migliori libri del 2019.  È un libro sicuramente forte, per niente scontato.

Roberta, l’io narrante, un passato in cui prima ha preso molto peso poi lo ha perso diventando anoressica, conserva dentro di sé l’assenza del padre, andato via quando era bambina, uno stupro e una relazione malata e clandestina con un uomo più grande di lei. Roberta è una cuoca bravissima.

Prima di Stevie, viveva defilata, quasi ai margini. Come se non dovesse dare fastidio, dovesse essere invisibile. Quando, quasi trentenne, Roberta incontra Stevie, inizia un’amicizia intensa e singolare, a rischio sconfinamento con l’amore fin quando le due decidono di andare a vivere insieme. Le giornate sono scandite dalla preparazione del cibo dalle chiacchierate che hanno per oggetto disavventure o esperienze sbagliate con gli uomini. L’idea di creare un Supper Club è di Roberta. Per entrarci, c’è una selezione in cui le aspiranti devono confidare cos’è che fa loro paura. Inutile sottolineare che le risposte riflettono qualcosa che ha a che fare con relazioni sbagliate e violente con gli uomini.

Il Supper Club “raccoglie” donne ferite che forse per esorcizzare ciò che hanno subito si lasciano andare a istinti animaleschi: cibo mangiato con le mani, droghe, una disinibizione di fondo che, mentre esalta la un’intoccabile femminilità al tempo stesso la nega con bassi istinti.

Lo spunto per questo romanzo è arrivato quando Williams ha deciso di iscriversi a un corso di improvvisazione teatrale, come terapia d’urto per combattere una fastidiosa e persistente timidezza: «L’idea era di umiliarmi clamorosamente in una classe piena di sconosciuti, facendo qualcosa di estroverso per definizione. Questo forse mi avrebbe “resettata”, lasciandomi in un nuovo stato di moderata “non-timidezza”. Le divoratrici è quindi una sorta di abbandono all’ansia come forma di cura.» 

Lara Williams vive a Manchester, Inghilterra. È autrice di un libro di racconti, Treats, finalista al Republic of Consciousness Prize, all’Edinburgh First Book Award e molti altri premi letterari. Scrive per il Guardian, l’Independent, il Times Literary Supplement, Vice, Dazed e altre testate. 

Rossella Montemurro

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