mercoledì, 24 Aprile 2024

“Se non abbiamo anticorpi contro Cov-2, ne abbiamo contro tutto ciò che ci sconcerta.

Vogliamo sempre conoscere le date d’inizio e di scadenza delle cose. Siamo abituati a imporre il nostro tempo alla natura, non viceversa. Quindi esigo che il contagio finisca fra una settimana, che si torni alla normalità. Lo esigo sperandolo.

Ma nel contagio abbiamo bisogno di sapere cosa è lecito sperare. Perchè non è detto che augurarsi il meglio coincida con l’augurarselo nel modo giusto. Aspettare l’impossibile, o anche solo l’altamente improbabile, ci espone a una delusione ripetuta. Il difetto del pensiero magico, in una crisi come questa, non è tanto di essere falso, quanto di condurci dritti verso l’angoscia.”

È la voce di Paolo Giordano, fisico e scrittore Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima con La solitudine dei numeri primi (Mondadori), a guidarci Nel contagio (Einaudi, collana Le Vele), un instant book disponibile in versione ebook, in allegato con il Corriere della Sera e in audio book di Audible

Dal 29 febbraio alla prima settimana di marzo, in poco più di 60 pagine, Giordano – che è nato nel 1982, quando si è manifestato il primo caso di Aids – ha deciso “d’impiegare questo vuoto scrivendo”, “non voglio perdere ciò che l’epidemia ci sta svelando di noi stessi”.

L’epidemia di Covid-19 si candida a essere l’emergenza sanitaria più importante della nostra epoca. Ci svela la complessità del mondo che abitiamo, delle sue logiche sociali, politiche, economiche, interpersonali e psichiche. Ciò che stiamo attraversando ha un carattere sovraidentitario e sovraculturale. Richiede uno sforzo di fantasia che in un regime normale non siamo abituati a compiere: vederci inestricabilmente connessi gli uni agli altri e tenere in conto la loro presenza nelle nostre scelte individuali.

“Nel contagio, la nostra efficienza è anche la nostra condanna” dice Giordano e sottolinea: “Il vagare simultaneo di sette miliardi e mezzo di persone: ecco la rete di trasporti dei coronavirus”. Ci invita anche a riflettere sul fatto che “l’epidemia cambia se cambiamo noi” e che “le epidemie, prima ancora che emergenze mediche, sono emergenze matematiche”.

Nel contagio siamo un organismo unico, una comunità che comprende l’interezza degli esseri umani. Nel contagio la mancanza di solidarietà è prima di tutto un difetto d’immaginazione.

I proventi dell’autore andranno alla creazione di due borse di studio presso la Sissa – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste: la prima sull’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati applicate all’epidemiologia e riservata a dottori di ricerca italiani e stranieri che abbiano da poco concluso il loro percorso di PhD; la seconda riservata a data journalist italiani per un’indagine sull’epidemia di Covid-19 nel nostro paese

Paolo Giordano ha un dottorato in fisica e, oltre a La solitudine dei numeri primi, ha pubblicato Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l’argento (Einaudi 2014 e 2017) e Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».

Rossella Montemurro

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