sabato, 20 Aprile 2024

Guardare, ascoltare, sorridere. Saper mettersi in contatto “con il cuore” con il bambino che è di fronte a noi. Magari in questo momento è arrabbiato: fermiamoci un attimo e proviamo a guardarlo come “un bambino che trema” e allora proviamo semplicemente ad accoglierlo. E anche la nostra eventuale rabbia si stempera.

“È nel segno del prendersi cura che dovete riscoprire l’importanza e ancor più la bellezza di rappresentare per loro un porto sicuro, capace di amore, incoraggiamento, riparo e… sorriso. Per il sorriso di un bambino che ha smesso di tremare. Di un piccolo veliero che può finalmente dispiegare le sue vele per andare alla ricerca di un futuro degno di questo nome.

Perché in fondo siamo tutti bambini che tremano e siamo tutti alla ricerca di un porto sicuro”.

Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico e conferenziere tra i più apprezzati, tra i massimi esperti di didattica cooperativa ed educazione emotiva di bambini difficili e ragazzi a rischio, in Mio figlio è un casino. Sopravvivere alle tempeste emotive e crescerlo resiliente (Feltrinelli Ultra) riesce davvero a prendere per mano i genitori e a guidarli nelle tempeste emotive dei figli: la corretta gestione di queste tempeste consente di trasformare la rabbia in gentilezza, la paura in saggezza, la tristezza in sensibilità, le cadute in occasioni per apprendere la resilienza.

Nelle prime pagine invita a “riconoscersi” in cinque tipologie di genitori: il genitore zucchero filato (fin troppo dolce con i figli, refrattario ai “no”), lo sceriffo (rigidissimo, custode della legge), l’allenatore (ossessionato dalle performance, è l’upgrade moderno dello sceriffo), lo skipper (iper presente, arriva quasi a sostituirsi al figlio), il genitore con auricolare (preso dal lavoro H24). Comportamenti estremi che, di riflesso, hanno ripercussioni sui più piccoli.  

Secondo Rossi ogni bambino, ogni ragazzo è un mare aperto. Un mare che ci regala emozioni dolcissime ma anche terribili tempeste legate ai comportamenti oppositivi, ribelli e provocatori che ci lasciano disorientati. Come recitava un vecchio adagio, non c’è vento favorevole per il marinaio che non sappia in che direzione andare. Ci sono esempi di vita reale insieme alle più recenti ricerche sulle neuroscienze sociali e alla lunga esperienza sul campo dell’autore: quattro semplici passi rivolti a genitori e insegnanti, utili per gestire, ma soprattutto per insegnare a bambini e ragazzi l’arte di navigare attraverso le emozioni più difficili. I bambini e i ragazzi hanno spesso un cuore pieno di sassi, emozioni incandescenti che ogni tanto rischiano di essere scagliate verso l’adulto o verso se stessi: i suggerimenti concreti del dott. Rossi permetteranno di costruire con figli e studenti una relazione basata su amore, incoraggiamento, riparo e vera accettazione e, adottando la comunicazione empatica, dare nuovo calore e nuovi colori alla relazione educativa.

Ricca la bibliografia, tantissimi gli esempi e i consigli per esercitare al meglio il nostro ruolo di genitori.

Stefano Rossi, dopo significative esperienze come educatore di strada nelle periferie urbane e dopo aver coordinato centri psicoeducativi per famiglie e minori, oggi si occupa di ricerca, formazione e consulenza psicopedagogica per insegnanti, ragazzi e genitori. Negli ultimi vent’anni ha ideato numerosi progetti di contrasto alla dispersione scolastica, confluiti oggi nel Metodo Rossi della Didattica Cooperativa®, di cui dirige il Centro, e sul quale ha formato oltre 600 istituti in Italia e 80mila insegnanti. È consulente scientifico per l’agenzia di formazione Prospettive didattiche e della rete nazionale di scuole Mof (Modello orario finlandese). Ha curato ed è autore di una trentina di testi, tra i quali, editi da Pearson, Didattica cooperativa e classi difficili (2018), Menti critiche, cuori intelligenti (2020), Carezze d’empatia in classe (2021).
E’ possibile seguirlo sui suoi canali social e al sito: www.centrodidatticacooperativa.it

Rossella Montemurro

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