martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

Anteprima nazionale a Matera lunedì 11 settembre alle ore 18 a Palazzo Lanfranchi per Gli anni del nostro incanto (Marsilio), il nuovo romanzo di Giuseppe Lupo. L’iniziativa rientra nel percorso di collaborazione tra l’associazione potentina “Letti di sera” e la Fondazione Matera-Basilicata 2019. Interverranno con l’autore Paolo Verri, Paolo Albano e Simona Bonito.

Louis, emigrato a Milano con il Sud nel cuore, un uomo in grado di lasciarsi entusiasmare in modo travolgente e allo stesso tempo lasciarsi imprigionare da improvvise nostalgie; Regina, milanese pura, con un carattere mite e accomodante – anche a costo di farsi del male; Bartolomeo detto Indiano, un bimbetto troppo silenzioso e malinconico e Vittoria, la sorellina, sono i protagonisti di una storia delicata e nostalgica.
Li incontriamo nella copertina, in una foto di Giuseppe Colombo, “Famiglia su una Vespa” del 1968 dell’Archivio Storico Fondazione Corriere della Sera: il papà alla guida, il figlio davanti a sé e, dietro, la moglie che ha tra le braccia una bimba piccolissima. La stessa foto che Vittoria, ormai adulta, fa vedere alla madre ricoverata in ospedale per un’improvvisa amnesia. Regina, con uno sguardo vuoto, ha perso tutti i suoi ricordi tranne quando osserva quell’immagine in bianco e nero che le restituisce momentaneamente brandelli di vita.
“Comincio a sospettare – si legge –  che il segreto della malattia di mia madre sia legato al cattivo rapporto con i ricordi, al suo voler cancellare ogni illusione di memoria che la macchina fotografica restituisce, al voler negare ogni apparente pietà che si annida in un rettangolo di carta con figure in bianco e nero. Pietà per il tempo, pietà per ciò che siamo stati e non saremo mai più”.
Vittoria, così come le hanno consigliato i medici, le parla ogni giorno: ricorda e racconta, rivive l’infanzia nella Milano degli anni Sessanta, rivede la storia di una famiglia a suo modo serena, nel pieno del boom economico e poi, all’improvviso, alle prese con piccoli e grandi drammi. La loro storia si intreccia alla Storia, ai rapidi mutamenti che portano la Penisola dal benessere all’austerity, dalla tranquillità alle stragi.
L’eleganza stilistica, la prosa che spesso rasenta la delicatezza della poesia contraddistinguono una trama nella quale locale e globale vanno di pari passo: Louis stregato dalla conquista della Luna, Regina e il sogno della cucina Salvarani, Indiano intrappolato nei suoi pensieri e Vittoria legata a doppio filo al suo Cicciobello. Alla “sbarluscenza” del Nord fa da contraltare un Sud lento, con i suoi retaggi e i suoi pregiudizi, un Sud nel quale Regina è costretta suo malgrado a trascorrere tutte le estati per permettere a Louis di stare accanto ai familiari.
Vittoria tutto questo lo racconta a sua madre nel 1982 – nei giorni in cui la Nazionale di calcio italiana vince i Mondiali di Spagna – tentando di strapparla via a quell’amnesia post traumatica che l’ha relegata in un limbo.
Le parole scelte con cura, i periodi che si fanno lirica sono tratti distintivi di questo romanzo intenso.
Giuseppe Lupo è nato ad Atella nel 1963 e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Per Marsilio ha pubblicato L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello, Prixdu premier roman), Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli(2008; Premio Grinzane Cavour-Fondazione Carical, Premio Carlo Levi), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì; tradotto in Ungheria), Atlante immaginario (2014) e L’albero di stanze (2015; Premio Alassio-Centolibri, Premio Frontino-Montefeltro, Premio Palmi). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del «Sole 24 Ore» e di «Avvenire».

Rossella Montemurro
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