venerdì, 29 Marzo 2024

Don Mimì Morelli e Padre Marcello, suo zio. In copertina foto dall’archivio Vinciguerra

Un altro testimone importante della Chiesa materana ha raggiunto la casa del Padre. Don Domenico Morelli, da tutti chiamato don Mimì, figlio di Vincenzo Morelli (fratello di padre Marcello, storico e Vicario generale diocesano), è  morto nel pomeriggio di ieri 18 gennaio nella casa dei focolarini a Monopoli, dove si era ritirato a vivere. Le sue spoglie saranno accolte nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa dove è stato parroco per 28 anni, oggi, domenica 19 gennaio, intorno alle ore 15,00, per essere vegliate fino alle 15,00 di domani, quando si celebreranno le esequie con la Santa Messa officiata dall’arcivescovo di Matera-Irsina mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, insieme ai presbiteri diocesani. Stasera, nella stessa chiesa, si terrà una veglia di preghiera.

Don Mimì ha terminato i suoi giorni all’età di 91 anni, con poco meno di sessantasette anni di vita sacerdotale, nella casa focolarina intitolata a Chiara Luce Badano, contrada Carrassi in Monopoli. Prete diocesano, ha coltivato l’ideale focolarino dell’unità da quando ha scoperto il modo con cui i focolarini mettevano in pratica il Vangelo, la Parola di vita. Ha condiviso molti anni della sua vita sacerdotale, infatti, con don Gino Galante e, quando don Gino è partito per il Cielo, don Mimì ha scelto di continuare a condividere la sua vita a Monopoli con un altro sacerdote focolarino, don Giorgio, assistito amorevolmente in questi ultimi tre anni, quando gli acciacchi dell’età hanno reso la sua persona sempre più fragile ma serena e allegra, tanto che fino all’ultimo, non mancava di raccontare una barzelletta per portare un po’ di sorriso.

Nato a Matera il 2 settembre 1928, don Mimì aveva studiato a Roma dove era stato ordinato sacerdote il 4 aprile 1953. Ritornato a Matera, è stato il primo parroco della Parrocchia Addolorata a Serra Venerdì. Nel 1970 fece ritorno a Roma dove operò nel difficile quartiere di Pietralata e poi fu accolto nel santuario del Divino Amore, sulla via Ardeatina. Negli anni in cui è stato a Roma ha insegnato al Liceo Scientifico di Ostia e a Matera ha insegnato al Liceo Classico.

La sua esistenza si è abbandonata serenamente nelle braccia della Trinità, tutte le sue meditazioni, infatti, riconducevano alla Trinità, modello di unità e di comunione, a quattro giorni dalla ricorrenza del centenario della nascita di Chiara Lubich (22 gennaio) fondatrice del Movimento dei Focolari. L’ideale dell’unità vissuto e incarnato nella sua vita è stato anche la fonte ispiratrice della sua azione pastorale, ritornato a Matera, nella Parrocchia Maria Madre della Chiesa a Serra Rifusa dove è stato nominato parroco nel 1978, quando ancora non v’era la chiesa. Ha cominciato il suo ministero pastorale andando a cercare le persone nelle case per proporre loro un modo nuovo di vivere il Vangelo, poi in un garage, in seguito condividendo la guida della parrocchia con don Gino Galante.

La sua ricca e profonda spiritualità traspariva dal suo volto sereno e dalla sua allegria contagiosa. Quando don Gino divenne parroco di san Pio X, don Mimì ha voluto seguirlo per condividere fino in fondo con lui la sua testimonianza di comunione.

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