martedì, 23 Aprile 2024

L’articolo 21 della
Costituzione definisce e tutela la libertà di stampa. Nell’ordinamento
penitenziario, invece, è la norma che regola l’accesso al lavoro esterno dei
detenuti, la seconda tappa del percorso previsto dalla legge Gozzini per
accompagnare i carcerati verso il reinserimento sociale già durante
l’espiazione della pena. È grazie a questa norma che quattro detenuti
accederanno al lavoro esterno presso la Fondazione Matera Basilicata 2019,
servendo la comunità impegnata nella straordinaria avventura della capitale
europea della cultura.

Attraverso il lavoro
esterno, preceduto da un percorso di formazione, i detenuti hanno la
possibilità di essere protagonisti del proprio reinserimento, acquisire delle
competenze, esprimere ciò che hanno di più profondo, migliorare la qualità
della vita, propria e di chi lavora con loro, riacquisire dignità e autostima,
scegliere una cultura differente rispetto a quella criminosa di provenienza,
diventare persone diverse. 

Nello specifico i
detenuti potranno lavorare alla pulizia e alla manutenzione del complesso del
Casale, alla piccola manutenzione degli uffici, ad attività di supporto
logistico per il trasporto di piccoli materiali, sorveglianza di aree aperte al
pubblico, collaborazione agli allestimenti.

A questo scopo oggi pomeriggio
è stata firmata una convenzione tra Amministrazione penitenziaria e Fondazione
Matera Basilicata 2019. Sono intervenuti il presidente della Fondazione
Salvatore Adduce, Giuseppe Palo, Funzionario di staff del Provveditore per la
Puglia e la Basilicata, Michele Ferrandina, Direttore della Casa Circondariale
di Matera, Walter Gentile, Responsabile dell’Area pedagogica, il Comandante
Capo Ballisario Semeraro, Agostino Riitano, project manager supervisor della
Fondazione, Paola Lopes, project manager della Fondazione, Giovanni Oliva
segretario generale e Danilo Lista del segretariato generale della Fondazione.

“Abbiamo convenuto
con il direttore Ferrandina – commenta il presidente della Fondazione Salvatore
Adduce – che il carcere fa pienamente parte del contesto urbano. Purtroppo si
rendono necessarie certe barriere ma nel limite del possibile cerchiamo di
ridurle: portando detenuti al lavoro esterno, svolgendo attività culturali
dentro le mura. Proprio perche anche in questo caso si possano inverare il
nostro slogan. Open future. Un futuro aperto”.

Il direttore Ferrandina
ci spiega che “l’attivita di formazione e di lavoro esterno si svolge in
base a una nuova modalità prevista dall’ordinamento penitenziario per
l’articolo 21: il lavoro volontario di pubblica utilità. Anche in questo caso,
ovviamente, resta necessaria l’autorizzazione del magistrato di
sorveglianza”

Questa azione sociale
rientra nella collaborazione tra la Fondazione Matera Basilicata 2019 e
l’Istituto penitenziario materano, a partire dai valori del dossier di
candidatura, come il coraggio e l’accessibilità, e del concetto di
“cittadinanza culturale” che vede nell’abitante permanente o
temporaneo di Matera 2019, e quindi anche nel detenuto, non un semplice
fruitore bensì un co-produttore dei contenuti culturali. La Casa Circondariale
di Matera diventa quindi uno dei luoghi della produzione culturale di Matera
2019.

Un altro filone
importante è proprio quello delle produzioni culturali. In autunno ha già avuto
luogo in carcere il progetto Shame Lab, ideato e condotto da Antonella
Iallorenzi, esperta in teatro sociale, inserito nel più ampio progetto teatrale
di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “La poetica della
vergogna”, co-prodotto da #reteteatro41, network di quattro compagnie
teatrali lucane, e Fondazione Matera Basilicata 2019 in partnership con
Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce, Artopia (Fyrom), Qendra Multimedia
(Kosovo). Una riflessione intensa, condivisa e raccontata attraverso gli scatti
fotografici del Web Team di Matera 2019 che documenta gli incontri di Antonella
Iallorenzi con i detenuti.

Il progetto – partito a
metà settembre – si è concluso il 23 novembre con un esito finale aperto al
pubblico, dopo un percorso con i detenuti sul tema della “vergogna” e
sarà dunque un’ulteriore tappa della ricerca sulle declinazioni della
“vergogna”.

Nell’ambito del progetto
“La poetica della vergogna”, il carcere di Matera diventerà inoltre
un luogo di fruizione della programmazione culturale di Matera 2019, con la
possibilità per i cittadini permanenti e temporanei di entrare in contatto con
tale realtà e poterla guardare in modo diverso. Il teatro della Casa
Circondariale ospiterà infatti la fase di produzione e il debutto del progetto
previsto a marzo 2019 con la creazione di una performance di teatro e danza,
“Humana vergogna”, con la regia di Silvia Gribaudi ed un cast
selezionato tra i partecipanti nazionali ed internazionali al Workshop diretto
da Radosław Rychcik (Campi Salentina 3-7 novembre 2018) e alla residenza artistica
di Skopje (26 novembre-15 dicembre 2018) diretta da Sharon Fridman, Silvia
Gribaudi e Jeton Neziraj.
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