giovedì, 25 Aprile 2024

Sarà presentato venerdì 17 settembre alle 20.30 a Matera nella splendida cornice dell’hotel del Campo il libro Maria De Bruna. Riti, storia e immagini (Edizioni Magister) di Nicola D’Imperio con foto di Cristina Garzone. Insieme agli autori, D’Imperio e Garzone, interverrà l’editore Teo Papapietro. Nel corso della serata ci sarà un intrattenimento musicale curato dal maestro Clemente Giusto (chitarra), Anna Giusto (violinista), Maria Grazia Zingariello (voce) e Franco Fossanova. L’evento è organizzato dall’hotel del Campo e dalla Libreria Di Giulio.

In Maria De Bruna ci sono sei secoli di tradizione religiosa e di storia attraverso parole ed immagini – 20 capitoli di testo dell’autore con le numerosissime fotografie scattate dalla fotoreporter internazionale Cristina Garzone, fornendone i particolari e la chiave di lettura –, con l’intento di comunicare, l’evoluzione ed il significato della festa di Maria SS. della Bruna. La novità di questo lavoro, risiede nell’avere riportato le testimonianze degli attuali protagonisti del grande evento del 2 luglio, cercando di collegarle nel tempo, con quanto è stato tramandato dagli scritti, dalle vecchie testimonianze e dalla storia popolare.

La celebrazione della festa della Visitazione, resa ufficiale nel 1389, non è solo un grande evento religioso ma, nel corso di sei secoli, è stata così arricchita dallo scorrere del tempo da diventare la testimonianza degli eventi storici, sociali, culturali e antropologici, che hanno percorso Matera, una piccola cittadina del sud Italia, ma anche una delle più antiche città del mondo insieme a Gerico ed Aleppo. Una città, Matera, che ha conservato le sue millenarie origini contadine e pastorali sino a cinquant’anni fa, e proprio per questa integrità ha mantenuto quasi inalterata sia la struttura della vecchia città, nella Civita e nei Sassi divenuti famosi in tutto il mondo, sia una religiosità antica, che trova la sua massima espressione nella venerazione di Maria SS. della Bruna, la patrona della Città.

E così, il 2 luglio, a Matera, la festa della Visitazione della Madonna alla cugina Elisabetta è divenuta la festa dei contadini, che hanno appena terminato la raccolta del grano, e quella dei pastori, che prima del sorgere del sole devono raggiungere il gregge sui pascoli murgiani. Sullo sfondo la storia dei millenni, i riti arcaici di Demetra e di Dioniso, che appaiono in nebbiosa continuità con il profondo significato religioso e cattolico delle celebrazioni.

A chi osserva, forse, con un po’ di superficialità, visitatore o materano stesso, sfugge il senso che le azioni, le fasi, i rituali della festa, tutti gli anni si ripetono solo apparentemente sempre uguali, ma si evolvono in un lento ed impercettibile divenire. Si resta abbagliati dalla luce e dai colori dei cavalieri della Bruna, si resta colpiti dalla religiosità profonda della Santa Messa che alle cinque del mattino viene celebrata sul sacrato di San Francesco d’Assisi, sbigottiti di fronte allo “strazzo”, cioè la distruzione del carro trionfale, costato mesi di paziente lavoro di artisti ed artigiani, e attoniti ai fuochi pirotecnici che segnano la fine della giornata: in Maria De Bruna è tutto minuziosamente documentato.

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