Si è conclusa la World Cup di Kickboxing che si è svolta a Dakar in Senegal. A rappresentare l'Italia c'era una delegazione di lucani, capitanati dall'instancabile Maestro Gino Clemente e dai seguenti atleti, schierati nella specialità K-1: Danilo Andrulli - 67 Kg...
La procura di Matera ha chiesto l’archiviazione per il caso della morte di Emanuela Katia Tundo, la 43enne di Marconia di Pisticci deceduta il 19 giugno 2022 per le complicazioni di un intervento di chirurgia bariatrica effettuato il 26 maggio scorso nel policlinico “San Marco in Zingonia” di Bergamo. Il figlio di Emanuela, Leonardo Corsano e il cognato, l’agente vip Rocco Corsano, seguiti dall’avvocato Giuseppe Rago sono pronti a opporsi all’archiviazione. Otto i medici indagati per omicidio colposo e lesioni colpose e tante le domande per una morte assurda: “Perché mia madre è stata dimessa dopo solo tre giorni di degenza nell’ospedale di Bergamo nonostante avesse la febbre e dovesse poi affrontare un viaggio così lungo?”, si chiede Leonardo.
Emanuela, rientrata a Marconia ha iniziato a sentirsi poco bene, accusando forti dolori all’addome e un malessere generale. Al figlio aveva però tenuto nascosto l’intervento a Bergamo, dicendogli che aveva fatto dei controlli per l’asma di cui soffriva. Giunta al “Madonna delle Grazie” di Matera in condizioni critiche, i medici erano stati chiari: aveva un’emorragia interna e aveva bisogno urgentemente di un’altra operazione altrimenti non avrebbe superato la notte. Emanuela è stata quindi rioperata e ricoverata in Rianimazione ma, malgrado l’impegno e la professionalità del chirurgo Giancarlo Pacifico e del responsabile della Terapia Intensiva Generale dell’Ospedale Madonna delle Grazie Francesco Romito – che Rocco Corsano, ancora oggi, non smette di ringraziare: “Hanno fatto di tutto per salvarle la vita” –, non ce l’ha fatta.
Emanuela era bella, radiosa, piena di vita ma con il pensiero fisso del peso. Quei novanta chili, per lei, erano diventati un’ossessione ma la sua era un’obesità che probabilmente non necessitava neanche di un intervento di chirurgia bariatrica. Da tempo, dalle parole delle amiche, per lei dimagrire era diventata una fissazione eppure un indice di massa corporea inferiore a 40 e quasi sicuramente sarebbe bastata una dieta per farle perdere quel peso in più che tanto la tormentava.
“Poco prima dell’intervento – ricorda Rocco Corsano – un uomo aveva chiesto su Facebook l’amicizia a Emanuela per poi rimuoverla dopo averle inviato un messaggio: “Pensavo fossi più esile… ciao ciao…”
Terribile perdere la vita per dover obbedire a quei canoni di bellezza che la società ci impone.