venerdì, 29 Marzo 2024

 
“Non era andata così e basta. A suo fratello Jean-Claude era toccata la libertà e a lui… nel suo cervello prese forma la parola galera ma fu lesto a cancellarla. La sostituì con il viso tranquillo di Hélène, e col sorriso dei suoi figli, ma poi altri pensieri presero di nuovo il sopravvento contro la sua volontà, e si sovrapposero fra loro a una velocità che lo spaventò: i suoi abiti tutti uguali, l’odore di caloriferi impolverati dello studio notarile, il viso lungo e severo del padre mentre lo condannava a morte annunciandogli l’ammutinamento di Jean-Claude, i sospiri lamentosi della madre, suo fratello che gareggiava con la sua macchina in posti lontani, lontani da quel grigiore, dai pranzi del giovedì, tutti i giovedì, dalla sua vita monotona che conduceva come un automa privo di volontà, la sua vita sempre uguale, sempre uguale, sempre uguale…”.
E’ sempre sconvolgente quando in una vita organizzata al minuto, nella quale ogni cosa è a suo posto – e le emozioni vanno tenute a bada – irrompe qualcosa – qualcuno – in grado di destabilizzarla.

E’ quello che accade al notaio Guy Gougencourt, parigino quasi cinquantenne. Nelle sue giornate tutto è al suo posto e va come deve andare: notaio, figlio di notaio, uno studio prestigioso, una moglie, due figli, una bella casa e tutte le settimane il pranzo dagli anziani genitori. Un giorno l’uomo, uscendo dalla Gare Paris Saint-Lazare, viene sorpreso da un temporale violentissimo. Bagnato fradicio, si rifugia nel primo taxi che vede. Alla guida c’è Elodie, una donna piena di vita, figlia di una pattinatrice sul ghiaccio, con un’infanzia nomade alle spalle e l’insegnamento di non legarsi troppo a nessuno. Elodie è vulcanica, non smette di parlare, ha una vitalità pazzesca – offuscata solo quando va a trovare la sua più cara amica, malata terminale. Sul taxi di Elodie, Guy porta via per caso un libro dalla copertina rossa consunta, intarsiata d’oro. Lo legge in una notte e rimane così intrigato dal contenuto che non può fare a meno di cercare Elodie per restituirglielo. Da parte sua, la donna – che non è proprio quella che sembra – inizia a manipolare Guy, prima con piccole imposizioni velate da suggerimenti, poi con veri e propri ordini: il tutto ammantato da una sensualità spiccata.

Il compassato notaio Guy Gougencourt abbassa le difese, con la moglie le omissioni si trasformano in bugie, la perfezione della sua quotidianità inizia a vacillare…

L’uso improprio dell’amore (HarperCollins) della scrittrice e sceneggiatrice Carla Vangelista sembra già pronto per diventare un film sia per la forza evocativa dello stile sia per la scrittura “per immagini” dell’autrice.

Se nelle prime pagine si ha l’impressione di leggere un romanzo delicato, quasi d’altri tempi, ci si immerge in una storia passionale nella quale pian piano le scelte dei protagonisti sono compiute in nome della libertà, a prescindere sulle ripercussioni reciproche.

Carla Vangelista è nata e vive a Roma. Il suo romanzo d’esordio, Parlami d’amore, scritto con Silvio Muccino, è stato un best seller da cui è stato tratto il film omonimo. Nel 2010 ha scritto Un altro mondo, divenuto anch’esso un film. Nel 2012, ancora con Silvio Muccino, ha scritto Rivoluzione n. 9. Dal 2016 collabora con il settimanale Grazia.
Rossella Montemurro
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