giovedì, 25 Aprile 2024

Si muove in bilico tra legalità e illegalità, soprattutto da quando hanno ridotto il suo collega (e amante) in coma. Ragiona come un uomo e ha dentro una rabbia infinita. Rosa Lopez è il numero uno dell’Antiterrorismo ma, una volta chiusa alle spalle la porta di casa, è terribilmente sola. La Lopez, figura portante dell’intenso Lo stupore della notte (Nero Rizzoli) di Piergiorgio Pulixi, è uno dei personaggi più belli e controversi di questo thriller corposo. Sarà perché si trova invischiata in una trama serrata che prende in prestito dalla cronaca i nostri incubi peggiori – in primis il terrorismo islamico – e li cala in una Milano corrotta e violenta; sarà perché di donne come lei, forse, non ne esistono e i suoi atteggiamenti così sfrontati e privi di scrupoli la rendono magnetica. La Lopez, ad esempio, non esita a sparare al piede di un bambino preso in ostaggio per disorientare un terrorista; per lei, spedizioni punitive molto poco ortodosse nei confronti di chi ha osato prendersi gioco di una poliziotta, sono la routine.

In Calabria ha fronteggiato la ‘ndrangheta, poi è passata alla DIGOS di Milano, all’AISI – l’Agenzia informazioni e sicurezza interna – fino a comandare le venti persone dell’Unità speciale contro il terrorismo di matrice islamica dell’Antiterrorismo del capoluogo lombardo.

Da due anni combatte anche contro un senso di colpa che non le dà tregua: per questo ha deciso che non mollerà fin quando non avrà vendicato il suo compagno.

La narrazione procede lungo luoghi diversi: dalle sedi istituzionali delle varie squadre della polizia in campo, ai ghetti islamici fino a insospettabili palazzi – sconosciuti al catasto – nei quali tutto è lecito, anche la tortura, per estorcere confessioni.

Al di là della trama – adrenalina pura – molto ben architettata, Lo stupore della notte permette al lettore comune di entrare in un mondo sconosciuto, quello del lavoro frenetico delle forze dell’ordine di fronte alla minaccia del terrorismo, degli uomini e delle donne che ventiquattr’ore su ventiquattro vegliano sulla sicurezza dei cittadini mettendo a repentaglio la propria vita e sacrificando i propri affetti. Rosa Lopez è una di loro, una superpoliziotta che ha pochissimo tempo per trovare il Maestro – colui che insegna l’arte della guerra – e smantellare il suo piano di morte: da qualche parte a Milano c’è qualcuno che sta producendo perossido di acetone, una miscela che collegata a un semplice detonatore, si trasforma in una bomba mortale con gas ustionanti in grado di uccidere decine e decine di persone. Qualcun altro ha appena ricevuto tre kalashnikov e rubato tre furgoni…

La Lopez dimentica la divisa solo tra le braccia di un ricco e affascinante chirurgo, consapevole però che la loro storia non avrà futuro tanto da vivere ogni incontro come se fosse l’ultimo – abbassa le difese quanto basta per essere anche tradita, proprio lei. E non riesce ad accorgersi di un collega fidato che per lei ha perso la testa e farebbe follie. Dentro ha un abisso di solitudine e dolore che mal si concilia con l’intuito investigativo e l’intelligenza brillante: ma la poliziotta tutta d’un pezzo non potrà mai far trapelare la donna fragile, la vera Rosa Lopez.

“(…) Nessuno poteva anche solo immaginare l’immane lavoro che c’era dietro quell’inviolabilità; tutti i sacrifici, tutte le relazioni sentimentali andate a puttane, tutte le persone che si erano dannate e si dannavano l’anima per proteggere il proprio Paese a costo di perdere tutto. A partire da lei, che a soli trentasei anni aveva iniziato a soffrire di gastrite nervosa per via di quel maledetto lavoro. Ora, a quarantasei, aveva l’ulcera di una vecchia e un cronico ritardo del ciclo a causa dello stress”.

Tra raid punitivi, briefing delicatissimi, deep web, azioni deplorevoli, aree off limits ogni cosa è possibile in un’atmosfera rarefatta e border line resa incredibilmente autentica dall’autore. Non c’è la Milano patinata e altera della moda ma quella sporca e corrotta che conosce solo il linguaggio del male e della violenza.

Pulixi, classe ’82, ha fatto parte del Collettivo di scrittura Sabotcreato da Massimo Carlotto e ha firmato il ciclo poliziesco di Biagio Mazzeo iniziato con Una brutta storia (E/O), e della serie thriller I Canti del male (E/O).

Rossella Montemurro
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