È una magia che non ha trucchi, è pura alchimia quella tra Giuseppe e i suoi cavalli, Drago su tutti: ha affermato più volte di riuscire a comprendere lo stato d'animo di questi animali meravigliosi, come se gli parlassero. Le tappe salienti del suo percorso diventano...



Promuovere l’inclusione sociale e creare spazi dedicati alla crescita personale e relazionale di giovani adulti autistici: è questo l’obiettivo del progetto promosso dall’Oratorio Anspi Santa Famiglia di Matera con l’associazione Aura Blu, da anni impegnata nel supporto e nell’accompagnamento di persone autistiche in età adulta.
“Superata la maggiore età e non frequentando più la scuola, – spiega Licia Curci, presidente di Aura Blu – i nostri ragazzi non hanno la possibilità di svolgere determinate attività in altre strutture. A Matera, nonostante in questo periodo storico si parli tanto di autismo e noi stesse abbiamo sollevato queste problematiche, mancano ancora luoghi in grado di offrire un servizio continuativo, giornaliero e non soltanto in occasioni sporadiche, come sta accadendo con alcuni progetti, finanziati dalla Regione, in corso”.
Aura Blu sta finanziando da sola, senza alcun aiuto, l’iniziativa con l’Anspi pur di offrire ai ragazzi, fino al prossimo 30 maggio, l’opportunità di socializzare praticando insieme alcune attività: “Si tratta di un progetto sperimentale rivolto solamente a cinque ragazzi. I costi sono elevati e possiamo svolgerlo grazie alla disponibilità della parrocchia Santa Famiglia che ha concesso l’utilizzo gratuito dei locali e di alcune stanze. La collaborazione con l’Anspi, che ha sede nella Santa Famiglia, consente anche di formare personale capace di affiancare i nostri ragazzi”.
Laboratori creativi, attività ludico-ricreative, momenti di socializzazione e percorsi dedicati al benessere ogni lunedì, mercoledì e venerdì mattina per tre ore al giorno, sono le proposte che mirano a valorizzare le capacità e i talenti di ogni partecipante: “Il progetto è stato messo punto da una psicologa con l’aiuto di due educatrici e di assistenti alla persona”, precisa Curci.
“Da soli – conclude – non possiamo farcela, abbiamo bisogno necessariamente di altri aiuti e vorremmo che le istituzioni collaborassero con noi”.
Rossella Montemurro