venerdì, 19 Aprile 2024


“(…) Crescere in un piccolo paese era come tendere costantemente il filo del gioco del telefono. Tutto si amplificava, si deformava, si comprometteva di parola in parola. Un ciao diventava un impegno. Un arrivederci, un addio. Un bacio, una promessa d’amore eterno.
E in men che non si dica, diventava legge solo l’ultima trasformazione della verità. Il “si dice che”, “si vocifera”, “pare che”, diventava la verità. Con cui poi fare i conti per tutta la vita”.
E’ in un piccolo borgo lucano che sono nate Rossella, Ida e Beatrice, le tre ragazze più belle del paese, protagoniste del romanzo L’estate più bella della nostra vita (Garzanti) della scrittrice e giornalista lucana Francesca Barra.
Sognatrice con una bontà d’animo fuori dal comune Rossella, materna e con la testa sulle spalle Ida, bastian contrario per eccellenza Bea. Quando i figli adolescenti di quest’ultima, Giulia e Lorenzo, arrivano dalla Brianza per trascorrere, su imposizione della madre, due mesi in Basilicata si ritrovano fuori dal mondo: i cellulari non prendono, il Wi-Fi è qualcosa di sconosciuto, i coetanei si divertono senza canne e suonando Battisti come facevano i genitori, dalle auto le persone si salutano con il clacson (che incivili, in altri luoghi sarebbero già state multate!), la gente ti giudica dal modo in cui ti vesti, a pranzo e a cena è categorico stare insieme, sulla tavola c’è sempre un’abbondanza di carboidrati e, soprattutto, a tavola si parla. Un disastro, insomma, per i due fratelli che, appena arrivati, sono convinti che non resisteranno in una terra così “ostile”: “La Basilicata – si legge – era per loro un’eterna contraddizione. Lì c’era la famiglia, ma non c’era la tenerezza.
C’era la libertà, ma non c’era divertimento.
C’era l’impronta del passato dei loro genitori, ma non c’era storia”.
E a tutto questo nessuno poteva dare spiegazioni e ordine”.
Eppure, in quei due mesi, Giulia e Lorenzo – che come tutti gli adolescenti “(…) si sentono sempre nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Se provassero a guarire da questa insicurezza, accelererebbero la meraviglia, invece dello spavento” – diventeranno adulti, imparando a decifrare i silenzi e i ricordi che affioreranno tra i parenti, mettendo da parte i pregiudizi e lasciandosi travolgere da quella invadenza che, a fin di bene, riverseranno nonni, zie e cugini. La loro è una famiglia d’altri tempi – “(…) In questa famiglia, pur carica d’amore, non si è mai riusciti a trovare il modo per riconciliarsi comunicando” – che però ha saputo nascondere fin troppo bene un segreto destinato a spezzare quell’armonia che aveva sempre caratterizzato il legame tra le sorelle.
Le donne descritte da Francesca Barra sono forti ognuna nella propria fragilità, sono vulnerabili, si mettono a nudo, sono pronte a sbagliare, a vivere di rimpianti e, anche, a chiedere perdono. Donne solo in apparenza coriacee, proprio come quei paesini lucani arroccati sulle valli che svelano tutto il loro essere accoglienti una volta in cui si è riusciti a raggiungerli.
Le dinamiche familiari, la psicologia dei sentimenti sono il filo conduttore di questo romanzo, intenso e delicato, nel quale la Basilicata con i suoi paesaggi mozzafiato diventa lo sfondo ideale per raccontarle.
Francesca Barra è nata a Policoro.  È sceneggiatrice e autrice. ​ ​Lavora in televisione per La7, Sky, Rai e Mediaset. Attualmente è accanto a Piero Chiambretti in Matrix su Canale 5. Ha condotto su Radio1 Rai La bellezza contro le mafie, ha collaborato con «Sette» e «l’Unità». Ha pubblicato per Rizzoli Il quarto comandamentoGiovanni Falcone un eroe soloTutta la vita in un giorno. Per Garzanti ha pubblicato Verrà il vento e ti parlerà di me, Il mare nasconde le stelle.
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