martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

Sono gli opposti che diventano sintesi a colpire nei versi della silloge “Le Scarpe del Flaneur” (edizioni Ensemble di Roma) di Jonathan Rizzo.

Lui, che si definisce “un gran bastardo senza casa, col cuore lasciato in ostaggio in un paradiso perduto chissà dove nella tradizione dei portatori di luce”, non ha paura di mescolare i generi, di giocare con le parole, di lasciarsi andare a nonsense: “Alfa & Omega / nel celeste impero, / di uno squarcio lo scorcio / fatto teatrino per quel dolce / vuoto pensiero”.

Estremamente poliedrico, non si lascia imbrigliare nelle definizioni. Perché se in alcune poesie è pronto a stupire, in altre diventa più intimista, riflessivo.

“Fragili esseri umani, / codici binari / di un meccanismo estraneo. / Gettati in un vortice / senza regole / nè logiche. / In balia dei morbidi sensi / con malia nei sordidi versi”.

Leggere “Le Scarpe del Flaneur” significa addentrarsi in un vortice e, come scrive Marco Incardona nella prefazione:  “Oggi vale la pena “godersi” appieno tutta la vitalità e la corporalità di un poeta fuori dagli schemi e che sa di esserlo. Rizzo è un poeta in cui il massimo della spontaneità e il massimo della strategia si incontrano per magia e vanno perfettamente a braccetto. Dove gli altri si mettono in posa per la foto di gruppo, egli è angelicamente, tanto da scioccare, naturale”.

Una cosa è certa: Rizzo è “sempre in viaggio, sempre in fuga, poeta senza casa, lo potreste trovare in qualche bettola a leggere le sue poesie disperate con l’accompagnamento musicale dei soliti galeotti delle 7 note col progetto di poesia e musica “Jhonnysbar (Nuova gestione)”, o in quei luridi postribili di cui fingete di non avere memoria, ma dove in verità avete incontrato le vostre compagne d’altare”.

Jonathan Rizzo (Fiesole, 1981) di origini elbane, cresce e studia a Firenze fino alla Laurea magistrale in Scienze storiche. Da lì si trasferisce a Parigi per scrivere il suo primo libro, L’illusione

parigina (2016). Nello stesso anno entra nell’antologia di Affluenti, nuova poesia fiorentina. “Eternamente Errando Errando” edizioni La Signoria Firenze, 2017. Nell’autunno del 2018 pubblica  la silloge poetica “La Giovinezza” per l’edizioni Ensemble di Roma. Nel 2019 vince il premio poetico “Le Parole nel Cassetto” edito dal caffè letterario de Le Murate di Firenze. Dal 2020 dirige e presenta il programma radiofonico “Al bar della poesia” sulla web radio Garage radio ed è direttore artistico della programmazione culturale del caffè letterario Volta Pagina di Pisa. È presente nell’antologia poetica “Congiunti” per l’edizioni Ensemble di Roma.

Rossella Montemurro

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