martedì, 23 Aprile 2024

Una villa bellissima con l’odore di salmastro che arriva portato dal vento, quasi una promessa di mare a ricordare che, seppure non si veda, il mare è a due passi. Giulio e Francesca, una coppia splendida e chic come padroni di casa, una festa in una data cruciale, il 31 dicembre, organizzata per gli amici di un tempo. Nessuno, però, è come prima: la vita, a distanza di anni, li ha cambiati, corrosi, delusi. Tra loro, tra i ricordi, ci sono amori, rimpianti ma serpeggiano anche rancori, invidie, ripicche.

“La cosa più difficile del Capodanno resta quella di gestire il tempo e la clessidra, questa clessidra che Giulio le ha regalato glielo ha messo sotto gli occhi: il tempo è solo un cavo teso tra la tua vita e la felicità. Scegliersi è come scheggiare il tempo che precipitava senza mai però portarti dietro, è felicità pura.”

C’è una clessidra nel bagno di quella villa incantevole che mette tutti gli ospiti di fronte all’evidenza: il tempo non perdona, si riverbera nelle rughe come nelle scelte (quante di queste potevano portare in un’altra direzione, magari migliore?) fatte nel passato.

C’è un caleidoscopio di personaggi nel romanzo di Simone Innocenti L’anno capovolto (Edizioni Atlantide), un compendio di tipi umani, introspettivo, a tratti amaro, basato sui dettagli. Alcuni degli invitati non c’entrano nulla con il tenore di vita di Giulio e Francesca. E sono cambiati tanto dagli anni dell’adolescenza quando di fronte al mare della Toscana trascorrevano estati spensierate. Lucrezia, moglie di Tommaso, non ha dimenticato Alessandro e prova a darsi un’altra possibilità. Tommaso, intanto, non ha occhi per Caterina. Il notaio, il poliziotto, il maestro di tennis, un’assicuratrice… Insieme per un Capodanno di bilanci e di attese, di promesse e di illusioni.

L’anno capovolto è una polifonia di destini, narrati uno per volta: poche pagine per un identikit psicologico di ciascuno dei personaggi che il 31 dicembre si ritrovano accanto in una fiera della vanità in cui ognuno è ciò che dice di essere e mai ciò che realmente è.

Belle le sfaccettature intimiste di uomini e donne che non riescono ad abbandonare alcuni cliché puramente esteriori mentre le loro voci “di dentro” si misurano con verità di tutt’altro genere: l’Autore, giornalista, si è rivelato un abile cronista delle emozioni.

Simone Innocenti è nato a Montelupo Fiorentino nel 1974, ha scritto «Vani d’ombra» (Voland) e la guida letteraria «Firenze Mare» (Perrone), dopo aver esordito con “Puntazza» (Erudita). Suoi racconti sono apparsi in varie antologie e sulla «Gazzetta di Parma». Attualmente lavora al «Corriere Fiorentino», dorso regionale del «Corriere della Sera», e collabora con «La Lettura».

Rossella Montemurro

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