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“La regola di Santa Croce”: Chicca Lopez, il maresciallo sui generis nato dalla penna di Gabriella Genisi, si misura con un cold case

Non era detto che sarebbe tornata, nonostante il successo di Pizzica amara (Rizzoli) e quella ventata di novità che aveva portato con sé nella letteratura noir: ma il maresciallo Chicca Lopez, con tutte le sue contraddizioni, nata dalla penna brillante di Gabriella Genisi (foto in copertina @Nicky Persico), l’autrice dell’ormai famosa Lolita Lobosco, chi non ha letto i libri sul commissario sui generis l’ha certamente vista nella fiction di Rai Uno, dove fa registrare milioni di ascolti ogni domenica, è riuscita a imporre la sua testardaggine e il suo intuito in una nuova indagine.

La regola di Santa Croce (Rizzoli) permette a Chicca di tornare al suo posto dopo qualche mese di pausa per un caso che l’aveva messa a dura prova soprattutto dal punto di vista psicologico.

Chicca, 28enne salentina, “carabiniere tascabile” per la statura ma tostissima e cocciuta se deve farsi valere, è diventata un po’ più riflessiva e sicura di sé. Molto più intimista rispetto all’esordio, persa nei ricordi della sua infanzia sfortunata riuscirà, grazie a un incontro inaspettato, a fare chiarezza sull’allontanamento della madre.

Sul lavoro, il nuovo colonnello, per evitare rogne decide di trasferirla al Nucleo informativo. Poi, a causa della sfuriata della ragazza, opta per il Nucleo tutela dei Beni Culturali e del Paesaggio: per Chicca significa abbandonare l’azione, la strada, non avere più la possibilità di sporcarsi le mani con i casi difficili. Per pura coincidenza, Chicca scopre che sulla facciata di Santa Croce, gioiello del barocco leccese, tra putti, fregi e allegorie qualcuno ha inciso tre nomi… uno sfregio ma anche una traccia e, ovviamente, non si lascia sfuggire l’occasione per tornare in prima linea.

Inizia così un viaggio a ritroso per scoprire le identità di quelle persone (due uomini e una donna, Eva che, quanti l’hanno conosciuta ricordano bellissima) e Chicca ben presto si rende conto di trovarsi davanti a un cold case che la porterà in alcuni dei luoghi suggestivi e ancestrali del Salento e nelle storia criminale recente di questa zona.

Non il Salento dell’immaginario collettivo (“il mare, il turismo, ciceri e tria, la notte della Taranta e le altre fesserie”) ma il Salento della Sacra Corona Unita, dei misteri, del malaffare, dei delitti irrisolti, “di sangue, di sudore e di rabbia”.

Con un ritmo serrato e una scrittura avvolgente, la Genisi ci conduce in una terra sospesa tra Oriente e Occidente e svela le passioni feroci che si nascondono nell’amicizia più sincera e nelle promesse d’amore.

Una curiosità: la protagonista indiretta, la Basilica di Santa Croce, fa parte del romanzo grazie a un viaggio in treno in cui l’autrice ha conosciuto Valentino Nicolì, il titolare dell’impresa dei lavori in corso alla Basilica. La Genisi ha potuto fare una visita guidata sui ponteggi ammirando i magnifici decori barocchi.  Nel tripudio dei fregi ha notato un libro, La Regola di San Benedetto (anche lui tra le pagine), e così si è consolidata la “location” per le nuove indagini di Chicca.

Rossella Montemurro

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