È stato firmato stamane, nella sala “Mandela” del municipio, il protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (Comieco) e la Cosp Tecno Service, gestore del servizio di raccolta...
Si possono affrontare argomenti delicati come il narcisismo e la dipendenza affettiva utilizzando il linguaggio e il tono delle favole? Lo ha fatto Maria Chiara Gritti, psicologa e psicoterapeuta, in La Principessa che voleva amare Narciso. Come uscire insieme dai labirinti del cuore (Sonzogno), un libro dedicato a tutte le coppie che si sono rivolte a lei “per trovare una via d’uscita dal labirinto nel quale è rimasto imprigionato il loro cuore e che hanno avuto il coraggio di lasciarsi guidare nella profondità delle loro anime, dove hanno scoperto l’esistenza di un nuovo modo d’amore”.
Procedendo per metafore e con una dolcezza di fondo che però non fa perdere l’incisività di alcuni comportamenti, l’autrice racconta una storia senza tempo nella quale dinamiche e meccanismi psicologici alla base sia del narcisismo patologico sia della dipendenza affettiva diventano immediatamente chiari. Sono sfumature, sottigliezze che hanno radici nell’infanzia, quando ad esempio noi bambini invece di tuffarci, ricambiati, negli occhi della mamma, non ci riuscivamo perché probabilmente stava vivendo un disagio o non aveva gli “strumenti” giusti per accogliere le nostre richieste interiori oppure, proprio lei, riempiva in maniera distorta e smisurata il nostro ego. Queste ferite hanno contribuito a renderci o assetati d’amore e di attenzioni – che spesso cerchiamo da adulti negli occhi sbagliati, in chi ci promette la luna salvo poi farci precipitare nella disperazione più cupa – e quindi “dipendenti” affettivamente oppure ci caricano erroneamente, quasi fossimo padreterni, convinti di avere un potere assoluto sul nostro partner. In ogni caso, tra chi soffre di dipendenza affettiva e chi di narcisismo si crea un incastro perfetto ed è come se i due, insieme, iniziassero a muoversi in un labirinto dal quale è difficile uscire.
Accade alla principessa Febe e a Flavio, il principe Narciso. Febe, colei che dona luce, crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore. Quando incontra Flavio se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Flavio però, educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile. Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo.
Ecco che le rispettive psicologie fanno sì che la coppia rimanga intrappolata in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada…
La dottoressa Gritti con La Principessa che voleva amare Narciso traccia un percorso liberatorio verso la conoscenza di sé, perché solo scoprendosi si può raggiungere la consapevolezza necessaria ad amare e farsi amare pienamente. Per la semplicità e la chiarezza con cui questo romanzo è narrato può sicuramente aiutare più di tanti altri libri che, malgrado i toni diretti, non hanno però lo stesso impatto nel lettore.
Psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, la Gritti ha un PhD in Scienze umane. Fondatrice e direttrice del centro Dipendiamo, si occupa di problematiche di coppia ed è esperta nel trattamento della dipendenza affettiva e del narcisismo patologico. Ideatrice di un innovativo percorso di guarigione sulla love addiction, tiene corsi di formazione rivolti agli psicologi per diffondere l’applicazione del suo metodo. Ha pubblicato il bestseller La principessa che aveva fame d’amore (2017).
Rossella Montemurro