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La pandemia non ferma il festival dell’orrore in Cina: l’impegno del materano Davide Acito per salvare i cuccioli dalla mattanza

“Nonostante gli appelli internazionali ci sono più cani del solito e che in realtà la fine di questo macabro fenomeno non è poi così imminente.

APA (Action project animal) continuerà a battersi in prima linea per limitare il più possibile i danni, siamo già a lavoro per questo”.

È quanto scrive in un post il materano Davide Acito (foto dal profilo Facebook di Acito), da anni in prima linea nel contrastare il festival di Yulin, il “Dog Day” in Cina – dieci giorni nei quali cani e gatti sono cucinati al vapore per essere mangiati – per salvare più cuccioli possibili dalla mattanza.

È stato Acito ad accendere i riflettori, ormai da dieci anni, su questa pratica aberrante iniziata lo scorso 21 giugno nel Guangxi: “Inaccettabile oggi assistere a questo festival dell’orrore dopo una pandemia mondiale. Diecimila è il numero dei cani che dopo alcuni giorni di viaggio ammassati in strettissime gabbie, verranno picchiati, torturati, e in fine uccisi per essere mangiati. Tutto questo in nome di una usanza anacronistica”.

Action Project Animal si oppone a questo fenomeno dal 2016, organizzando delle missioni annuali dove interviene direttamente sul territorio: “Il nostro obiettivo numero uno è salvare il maggior numero di vite, portando alla luce gli orrori del Dog Meat Trade”.

Rossella Montemurro

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