martedì, 16 Aprile 2024

Rissa a Bernalda, otto persone denunciate dai Carabinieri

Al termine dei preliminari accertamenti di rito, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pisticci hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Matera, per il reato di rissa...

Un ragazzo che a 20 anni uccide la madre 38enne perché non sopporta che, nonostante sia separata, frequenta altri uomini, e un ex pornoattore diventato docente a contratto all’università La Sapienza: sono queste vicende, prese in prestito dalla cronaca recente, le protagoniste del nuovo romanzo di Walter Siti La natura è innocente. Due vite quasi vere (Rizzoli).

“La realtà, filtrata da un romanzo, diventa allusione, simulacro (meno irreale, comunque, della sedicente “realtà” che passa nei talk o nelle serie televisive di grande ascolto)”, spiega l’autore che, con un’operazione delicata e allo stesso tempo rischiosa, dalla viva voce di Addamo e Freddi ha ripercorso le loro esistenze fino ai momenti cruciali.

“Ho scelto due “tipi” generalmente condannati dalla società: il matricida e l’arrampicatore sessuale – li ho ascoltati per mesi, mi stanno simpatici; potrebbero essere miei figli. Se li ho scelti non è solo perché amo le stranezze; la ragione per cui ho raccontato insieme le loro storie è più sotterranea e radicale: perché, sommandosi, i miei due eroi hanno fatto quello che avrei voluto fare io”.

Aldilà delle particolarità di queste vite sicuramente al limite, sui generis, a colpire è soprattutto lo stile di Siti: un’eleganza di fondo, una scelta accurata dei termini, una capacità incredibile di descrivere con raffinatezza anche episodi che stridono con le parole utilizzate.

Filippo e Ruggero, nati a pochi anni di distanza, condividono la marginalità sia della periferia (rispettivamente quella di Catania e quella di Roma) sia umana, cresciuti in famiglie di cui tutto si può dire fuorché tradizionali. Filippo, accecato dalla gelosia nei confronti della madre che ha una relazione con un ragazzo che è stato suo amico, molto più giovane di lei, la uccide.

Ruggero, invece, diventa pornoattore in America con il nome d’arte Carlo Masi. Quando rientrerà a Roma, Giovanni del Drago farà di lui una principessa.

Due storie forti, impattanti, nelle quali si insinua il fascino del male, il vizio, una sottile patina di perversione: Siti è implacabile nella sua narrazione che sembra essere presa in prestito da un format di infotainment, la sua è una scrittura ipnotica nella quale trovano spazio ricostruzioni verosimili, dialoghi coinvolgenti in un fil rouge ad alta emotività.

“Si fa presto a dire “storia vera”: se la storia – scrive Siti – è raccontata in un romanzo, del tutto vera non può essere. Intanto perché le persone, quando sono interrogate, mentono – consapevolmente o no, e le menzogne inconsapevoli sono le più difficili da smascherare. Se stai scrivendo un romanzo, devi amare almeno un poco i tuoi personaggi, metterti nella loro testa, proiettare qualcosa di te in qualcosa di loro, non puoi essere sempre e solo imparziale o diffidente; Filippo e Ruggero hanno messo la loro vita nelle mie mani, io sono in debito di un libro con loro, il minimo che possa fare per ricambiarli è cedergli la parola anche quando a questa parola non credo, l’autoinganno è una parte di loro come gli occhi nocciola o grigi – ecco un primo, inevitabile, livello di falsità”.

Un romanzo splendido, da leggere.

Walter Siti è nato a Modena nel 1947 e vive a Milano. Ha insegnato nelle università di Pisa, Cosenza e L’Aquila. È il curatore delle opere di Pier Paolo Pasolini. Attualmente collabora con “La Stampa” e “Il Riformista”. Con Resistere non serve a niente è stato vincitore del Premio Strega 2013. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo Bruciare tutto (Rizzoli, 2017, ora disponibile in Bur).

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap