giovedì, 18 Aprile 2024

Il pomeriggio di ieri nella centralissima via San Biagio di Matera è stato movimentato da molte persone. Tra i tanti turisti che animano la città dei Sassi anche persone con il cappello piumato dei bersaglieri che sono entrati alle 18 al civico 22, al piano superiore, nei locali che il Colonnello Mauro Binetti (Matera 15.01.1889 – Potenza 10.11.1965) ha donato all’Associazione Nazionale Bersaglieri per il Circolo Bersaglieri Materano.

Tra i primi a entrare per accogliere i numerosi soci e gli ospiti sono stati il generale Domenico D’Aria (presidente provinciale), Francesco Frisino (presidente cittadino) e Virginia Caronna (socia del sodalizio materano e insignita nel 2016 dell’Attestato di benemerenza).

Quest’ultima ha proposto di presentare nel Circolo il successo letterario del dott. Nunzio Longo dal titolo “La medicina popolare nei Sassi di Matera” pubblicato dalla Edizioni Magister a dicembre 2019.

I lavori sono stati aperti dal generale D’Aria che ha menzionato le numerose attività culturali svolte nel 2019 sul territorio materano dall’Associazione su cui primeggia il raduno nazionale dei bersaglieri con ventimila partecipanti da tutte le regioni italiane, senza dimenticare i contributi musicali, canori, mostre e dibattiti realizzati a Matera nell’anno da Capitale Europea della Cultura. Quindi la presentazione del saggio di Nunzio Longo rientra nella volontà di seguire la direttrice tracciata.

L’autore ha presentato il volume con l’ausilio di accattivanti slide che hanno coinvolto la platea sollecitata dai ricordi della civiltà contadina: icostumi, le tradizioni e l’utilizzo delle erbe naturali per alleviare le sofferenze ma anche il ricorso agli “esperti” del vicinato per risolvere acciacchi fisici che sovente si abbattevano sulle vite dei contadini materani. E così veniva eseguita la “stoppata” oppure venivano recitate delle litanie che a volte erano preghiere o formule “magiche” di sconosciuta provenienza ma che certamente creava un legame empatico molto forte tra l’esperto praticone e il paziente (il tutto avveniva senza alcuno scambio di danaro). Spesso il trattamento sortiva la risoluzione del problema e la vita delle persone continuava senza somministrazione di farmaci chimici o interventi chirurgici.

L’alimentazione materana era intrisa di prevenzione e di cura ai malanni e ciò avveniva in maniera inconsapevole da parte della civiltà contadina. Sulle umili tavole dei materani dei Sassi, vi erano i prodotti naturali della terra ricchi di multipli principi attivi (fitocomplesso) che l’industria farmaceutica ha successivamente sintetizzato in laboratorio in singoli principi attivi, generando i farmaci di cui oggi utilizziamo per le cure.

Il passato viene riscoperto attualmente con la nutriceutica ovvero quello che si faceva nei Sassi: nutrirsi con alimenti con validi principi attivi atti a sconfiggere i mali. Un grande passato esperienziale da non perdere e da non guardare con inferiorità rispetto alle benvenute modernità delle cure farmacologiche (insostituibili per eventi acuti e cronici) e con l’ausilio di strumentazioni altamente tecnologiche (robotica, nanotecnologie, ecc…) ma che non instaurano un rapporto empatico tra curante e curato. La presentazione si è arricchita di un interessante dibattito che ha visto un folto numero di domande poste all’autore da parte dei soci del Circolo. L’incontro è terminato con l’appello da parte del generale D’Aria a recuperare gli stili positivi del passato e associarli con attività motoria come ad esempio la sana corsa che caratterizza i bersaglieri perché non si può essere bersaglieri se non si pratica lo sport: lo sport è salute e i bersaglieri ne sono degni alfieri.
Molto importante la vita del generale D’Aria che nato a Grottole. Si trasferì piccolissimo a Matera, città in cui ha frequentato gli studi a partire dal Sacro Cuore, passando per la scuola media “Torraca” e poi alla maturità. Lascia Matera per frequentare l’Accademia militare di Modena e poi giunge a Torino per dedicarsi, al termine degli studi, alla vita militare in campo nazionale ma anche missioni internazionali con l’ONU in India, Pakistan, Iran e Iraq con diversi riconoscimenti tra cui due medaglie in nome della pace. Ora continua con determinazione il lavoro valoriale dell’Arma con l’Associazione nazionale Bersaglieri che è apartitica, apolitica e laica. Supporta e promuove attività culturali finalizzate ad essere il legame tra le Forze Armate e la società civile.

Il compito dell’Associazione è promuovere le attività culturali atte a diffondere l’amor patrio e raccontare la storia vissuta dai numerosi eroi militari nonché promuovere lo sport. Un impegno forte e deciso che ha come destinatari soprattutto i giovani, gli studenti che per motivi anagrafici non hanno vissuto in prima persona quei periodi. Il generale ha dichiarato di essere stato sottoposto a numerosi vaccini per affrontare le varie campagne militari d’oltreoceano in cui lo spirito missionario e di portatori di pace hanno avuto una ricaduta positiva anche per i civili. Per esempio, in India i nostri medici militari si occupavano anche di curare i civili del posto. Ricorda con nostalgia che in Italia era obbligatorio il servizio militare, sortiva a diverse funzioni: servizio allo Stato, crescita personale, autostima, acquisizione d pratiche atte alla manualità, attività sportiva con il conseguente benessere fisico, relazioni e legami di amicizia tra militari con diversi ceti sociali e culturali. Dalla soppressione della Leva obbligatoria registriamo un calo di manualità nella nuova generazione come anche una scarsa socializzazione. L’auspicio del Generale è che il servizio obbligatorio venga ripristinato al fine di creare una nuovo futuro per l’Italia con una nuova popolazione che abbia maggiore manualità, che pratichi sport e che interagisca tra i diversi strati sociali. Tra i meriti dell’Associazione ricordiamo l’impegno per una migliore collocazione e supporto per i tanti militari meridionali in servizio nelle diverse caserme del nord.
La promotrice della serata letteraria è stata la socia Virginia Caronna che all’età di 9 anni, già orfana di madre, con suo padre si recò a vedere una sfilata di bersaglieri sul lungomare di Bari. Purtroppo nella concitazione si smarrì e, disperata, restò immobile a piangere fino a quando un bersagliere di fermò impietosito e la prese in braccio chiedendole dove fosse sua madre. La piccola Virginia, tra i singhiozzi del pianto disperato, sussurrò che sua madre era in cielo. Il bersagliere non si perse d’animo e cercò in tutti i modi di ridestare serenità alla piccola porgendo il proprio cappello invitandola ad accarezzare il piumaggio del gallo cedrone. Virginia acconsentì e ricorda quelle carezze come se fossero fatte verso sua madre; rimase folgorata per sempre dal corpo dei bersaglieri. Cresciuta si è dedicata con amore e professionalità proprio ai più piccoli diventando insegnante nelle scuole dell’infanzia. Con il pensionamento ha più tempo libero da dedicare all’Associazione e ha promosso questo evento pertanto, in qualità di madrina del Circolo. Ha ringraziato i numerosi soci che hanno partecipato nonché il presidente provinciale generale Domenico D’Aria e il presidente cittadino Francesco Frisino per averlo reso possibile. Un doveroso ringraziamento al dottor Nunzio Longo avere scritto e condiviso queste perle scientifiche.

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap