giovedì, 18 Aprile 2024

Ho ricevuto in questi giorni molte sollecitazioni a scrivere qualcosa sulla Chiesa in Ucraina.

Per prima cosa chiariamo che l’unità della Chiesa di Gesù Cristo ha come riferimento il Vangelo.

Nel corso della storia questa unità è stata più volte rotta.

Il primo grande scisma c’è stato 16 luglio 1054, che è passato alla storia come “Il Grande scisma d’Oriente.

Scisma, cioè separazione tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente.

Da allora la prima definì se stessa “ortodossa” cioè fedele alla dottrina, mentre la seconda prese il nome di “cattolica”, cioè universale.

Un evento storico di grande rilevanza ebbe luogo il 5 gennaio 1964, quando il patriarca Atenagora I e papa Paolo VI si incontrarono a Gerusalemme: tra di loro vi fu un “abbraccio di pace” che fu il primo atto ufficiale congiunto delle due chiese dallo Scisma del 1054. 

Successivamente avvennero altre separazioni sia in Occidente con la Riforma protestante, che in Oriente con le chiese che si sono proclamate “autocefale”, cioè indipendenti.

Qual è la situazione in Ucraina oggi?

C’è la Chiesa greco-cattolica che è unita a Roma e che naturalmente riconosce l’autorità del Papa.

E c’è la il mondo ortodosso che è diviso tra chiesa ortodossa ucraina, che è fedele al Patriarca di Mosca e c’è la Chiesa ortodossa d’Ucraina che si è dichiarata indipendente da Mosca nel 1992.

Il cosiddetto “scisma ucraino” è nato con la fondazione della Chiesa ortodossa dell’Ucraina, il 15 dicembre 2018 nella cattedrale di Santa Sofia a Kiev, attraverso un “Concilio di riunificazione” tra il Patriarcato di Kiev e la Chiesa ortodossa autocefala ucraina. 

Un Concilio promesso, voluto e fortemente sostenuto dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. 

A seguire hanno dato l’assenso allo scisma anche gli ortodossi greci, di Alessandria d’Egitto e quelli ciprioti.

Ad appoggiare la separazione sono stati anche georgiani e bulgari.

Papa Francesco, dalla sua elezione, ha sempre operato per ristabilire la piena comunione tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. Fin dal primo storico incontro nel 2016 con il Patriarca di Mosca Kirill all’aeroporto dell’Avana, a Cuba. E nei vari viaggi apostolici non sono mancati gli incontri con i “fratelli” ortodossi nei quali aveva sempre rinnovato un invito all’unità e a mettere da parte i vecchi rancori.

Ora il conflitto in Ucraina, oltre alle drammatiche conseguenze sul piano umanitario, rischia di avvelenare i rapporti nel mondo ortodosso e di scatenare una guerra di religione dagli esiti imprevedibili. 

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap