sabato, 20 Aprile 2024

Inizia quasi in sordina per poi lasciarsi andare a un ritmo martellante La terza inquilina (Fabbri, traduzione di Elena Cantoni) di C. L. Pattison: una storia tutta al femminile che, pagina dopo pagina, fa emergere le ombre più scure dell’animo umano.

Megan e Chloe, amiche intime, hanno finalmente trovato la casa che desideravano da sempre. Il proprietario, però, non intende trattare sul prezzo di affitto e loro si trovano costrette a cercare una terza inquilina per far fronte alle spese mensili. Dopo una selezione piuttosto rapida, rimangono colpite da Sammi, una brillate giornalista che lavora nel campo della moda, fin troppo discreta e solitaria.

Da quando però Sammi entra in casa, oltre a emergere incomprensioni tra Megan e Chloe, piomba una tensione palpabile, complici anche alcuni atteggiamenti della nuova arrivata che mettono Megan sulle difensive: ha spesso scatti d’ira, ha portato con sé pochissima roba, di lei non c’è traccia sui social (eppure è una giornalista e i social dovrebbero rappresentare uno dei suoi strumenti di lavoro), custodisce gelosamente un grosso album pieno di ritagli di giornali e foto che quando, per curiosità, Megan ha provato a guardare, ha provocato una reazione violenta di Sammi. E poi è intrigante, melliflua, sembra voler soggiogare Chloe – che sta passando un periodo pesante sul lavoro e nel privato e, contemporaneamente, le sono tornati episodi di sonnambulismo che stanno mettendo a repentaglio la sua serenità – per entrare nelle sue grazie: riesce a carpirne le confidenze e a utilizzarle per i propri scopi. Scopi che, a prima vista, sembrerebbero quelli di allontanare le due ragazze, accertata la palese diffidenza di Megan nei confronti di Sammi. In realtà il tutto è un po’ più complicato: la Pattison è bravissima nel confondere le acque, grazie a un’altra voce che si alterna a quelle, del presente, di Chloe e Megan. È di una bambina che vive in una famiglia disfunzionale, con una madre alcolizzata e anaffettiva, in grado solo di gridare e picchiare, e un padre troppo debole per salvare la piccola dalla furia materna. Sono descritti episodi spesso agghiaccianti nei quali la bambina è o vittima o carnefice…

La Pattison che per vent’anni è stata una giornalista di spettacolo per poi intraprendere una carriera nelle forze di polizia, spinge la trama al limite e può permetterselo grazie a uno stile diretto e a un intreccio particolarmente credibile: ben presto anche il lettore  vive e accetta il paradosso di convivere con una persona alla quale è stata aperta la porta di casa propria nonostante riesca ad angosciare le inquiline con un’aura di mistero e malvagità. Si rimane con il fiato sospeso, fino all’ultima pagina.

Rossella Montemurro
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