giovedì, 28 Marzo 2024

Colobraro, 69enne arrestato dai Carabinieri per tentato omicidio

Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Policoro hanno arrestato 69enne di Colobraro, che dovrà espiare un residuo pena di anni 8, mesi 6 e giorni 26 di reclusione a seguito di condanna esecutiva alla pena di anni 9 e mesi 1 di reclusione per un...

“La rappresentazione della Natività realizzata dall’artista lucano Franco Artese e che oggi offriamo alla comunità di Torino è, a mio avviso, qualcosa di più di un capolavoro artistico. Non è solo qualcosa da ammirare, da osservare e, per certi versi, da contemplare, ma anche e soprattutto da vivere come esperienza e come sentimento.

Il presepe della Basilicata è un messaggio, con significati di pace e di speranza, che viaggia dalla provincia del Mezzogiorno d’Italia alle cattedrali del mondo. E sappiano bene, in un tempo difficile e complicato come quello che ancora stiamo attraversando con la pandemia, quanto ci sia bisogno di pace e di speranza”.

Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, oggi pomeriggio, intervenendo all’evento di presentazione alla stampa e alla cerimonia di inaugurazione, nel Duomo di Torino, del Presepe Monumentale della Basilicata realizzato dal Maestro lucano Franco Artese.

“Quella di oggi – ha proseguito – è solo l’ultima tappa di un viaggio che ha portato il presepe di Artese in tutto il mondo.

Nel 2012 la Regione Basilicata rese omaggio a Sua Santità Papa Benedetto XVI facendo dono di un presepe monumentale di 150 mq esposto in piazza San Pietro ammirato da circa 2.000.000 di persone.

Per il Natale 2013, in seguito all’interessamento dell’Ambasciata Italiana in Finlandia, un altro presepe di Artese venne esposto nella Cappella Agricola di Turku, che nel 2011 è stata Capitale europea della cultura come lo è stata Matera nel 2019, dove è stato accolto dalle più alte cariche della Chiesa Cattolica, Ortodossa e Protestante e dal Presidente della Repubblica di Finlandia.

Per il Natale 2015 l’APT ha fatto omaggio alla diocesi di New York di un presepe artistico del maestro Artese che è stato accolto nella cattedrale di Saint Patrick. E poi ancora a Milano presso Palazzo Marino, nella Chiesa di Santo Spirito a Firenze e nel 2018 al Palazzo del Quirinale inaugurato alla presenza del Presidente Mattarella.

E oggi l’arte di Artese – potremmo dire Nomen Omen – fa tappa in questo prestigioso e importante luogo di Culto come il Duomo di Torino rafforzando una volta di più lo storico e proficuo legame che unisce questa straordinaria città alla Basilicata.

Voglio qui ricordare la figura di un grande intellettuale come Carlo Levi che con le sue opere letterarie e pittoriche ha portato la Basilicata in tutto il mondo. Voglio ancora ricordare i tanti lucani che nel dopoguerra hanno trovato un lavoro e una casa qui a Torino formando una comunità numerosa e molto attiva ancora oggi nelle istituzioni pubbliche e private. E ancora le numerose relazioni fra Torino e Matera nel tempo della capitale europea della cultura con la direzione generale affidata a un manager culturale torinese, Paolo Verri.

Ora questo presepe segna un ulteriore e prezioso legame fra le due comunità.

L’opera racconta il patrimonio materiale e immateriale lucano in un viaggio figurato che dall’habitat rupestre patrimonio Unesco conduce virtualmente in tutta la regione.

La semplicità evangelica diventa semplicità espressiva, immune al passare del tempo, e rivive una ritualità antica. Lo sguardo si perde tra la ricostruzione di vicoli e vicinati, e sembra di risentire l’eco delle voci della gente, della vita lenta ma operosa, in uno spazio cristallizzato come in un’eterna attesa di rinascita.

Se nel 2020, durante la pausa pandemica, la Basilicata ha portato il “presepe di luce” della collezione di Castronuovo Sant’Andrea nella Galleria Nazionale Arte Moderna di Roma, – ha sottolineato Bardi – oggi torniamo ad apprezzare la tradizione presepiale lucana in un tempio cristiano, il Duomo di Torino, sulla scia di un’azione ormai pluriennale che porta i valori della natività nelle grandi città del mondo.

Un messaggio che sarà possibile “leggere” a Torino da oggi fino al 2 febbraio 2022, e “vivere” durante tutto l’anno, come esperienza di viaggio culturale e religioso in Basilicata.

Voglio per tal motivo ringraziare l’Azienda di promozione turistica, il direttore generale, Antonio Nicoletti, e il suo staff per la scelta assolutamente strategica di portare il presepe della Basilicata qui a Torino, e tutta la curia torinese, a partire da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e da don Carlo Franco per aver accolto nel migliore dei modi questa rappresentazione della Natività.

Sono certo – ha concluso il Presidente della Regione Basilicata – che quest’opera sarà molto apprezzata dai tanti fedeli che attraverseranno questo bellissimo luogo di preghiera trovando in queste forme un motivo in più per un viaggio turistico e spirituale nella nostra regione”.

All’evento di presentazione sono intervenuti anche il direttore Apt Basilicata, Antonio Nicoletti, l’assessore alla cultura del Comune di Torino, Rosanna Purchia, il parroco del Duomo, don Carlo Franco, il teologo don Giovanni Ferretti ed il presidente della federazione delle associazioni dei Lucani in Piemonte, Rocco Sabia.

A seguire l’inaugurazione vera e propria con la benedizione dell’opera presepiale alla presenza di Andrea Tronzano, assessore Regione Piemonte e Raffaele Ruberto, Prefetto di Torino. In questo momento lo spettacolo “HOPE. Viaggio in Basilicata, tra musica, danza e teatro” che concluderà la cerimonia inaugurale.

“E’ un onore ospitare in Piemonte una delle più belle opere d’arte dedicate alla Natività che contiene con la sua grande umanità un messaggio di pace e di speranza – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio – . Un faro sulle festività del Natale che abbraccia le nostre tradizioni più preziose in un momento in cui abbiamo bisogno di trovare anche nella fede e nella spiritualità la forza per accompagnare il cammino delle nostre vite”.

La Natività è rappresentata nel paesaggio sempre sorpren­dente dei Sassi di Matera, uno dei luoghi più antichi del mondo. La Vergine richiama la scultura bronzea della Madonna del Pollino realizza­ta dall’artista olandese Daphné du Barry nell’atto di donare il proprio Figlio all’umanità, mentre la figura di San Giuseppe riprende quella del presepe cinquecentesco di Altobello Persio da Montescaglioso, esposto a Tursi. Il presepe lucano è un’opera capace di raccontare, insieme al mistero della Nascita, la storia, la cultura di una Terra ricca di naturale spiritualità in un paesaggio caratterizzato da case scavate nel tufo e incastrate tra loro, abbazie, santuari, cattedrali, borghi, vicoli e scale, grotte e palazzotti signorili, archi e ballatoi, orti e terrazze, da cui sbucano, improvvisi, i caratteristi­ci comignoli o i campanili delle chiese ipogee impreziosite da affreschi simboleggianti un’arte che lega l’uomo a Dio. Sulla scena del presepe un brulicare di vita, un racconto diffuso di quella cultura del vicinato, fatta di solidarietà e condivisione tra famiglie, con oltre 120 personaggi, che rappresentano diversi momenti della vita quotidiana, in un ambiente semplice e laborioso, che attinge a immagini tratte da riti e tradizioni della civiltà rurale lucana, ancora vive e sentite anche dai giovani, tra cui la rappresentazione del Maggio di Accettura, attraverso un gruppo di buoi che, aiutato dagli uomini, traina il tronco di un grande albero e una processione simbolo della forte devozione popolare per la Vergine Maria con fedeli che portano sulle loro teste i “cinti”, composizioni di ceri costruite come fossero architetture, ex voto in cui si compendiano speranze ed attese ma anche attestati di gratitudine per grazie ricevute. Nel Presepe si trova anche l’omaggio che la Basilicata fa a Torino e al Piemonte, ospitando sulla scena la figura di San Giusep­pe Cottolengo – che nel 1832 aveva fondato a Torino la “Pic­cola Casa della Divina Provvi­denza”, dove accoglieva disa­bili, invalidi e orfani, offrendo loro una casa, cure mediche, assistenza e istruzione – e che viene rappresentato nell’atto di accompagnare una persona invalida alla grotta, e dall’im­magine del beato Pier Giorgio Frassa­ti, i cui resti mortali sono conservati proprio nel Duomo di Torino, che trascina un carro su cui giungono al cospetto del Fi­glio di Dio “gli ultimi”.  Di grande suggestione anche la scena di San Giovanni Bo­sco che, affiancato dal suo allievo San Domenico Savio, il Santo bambino che morì a soli quattordici anni, lascian­do un segno indelebile nella comunità cristiana piemonte­se, indica la via a tre ragazzi, affinché tutti possano prova­re la gioia del Natale, nello spazio plastico di una memo­ria che si rinnova.

Particolarmente toccante è la scena della famiglia di emigranti con cui la Basilicata ha voluto omaggiare i tanti lucani che in passato attraversa­rono l’Italia per soddisfare la loro fame di lavoro e di futuro, approdando in Piemonte. Questo gruppo di personaggi è rappresentato in un unico blocco, per sot­tolineare l’unità di destino che li accomuna, con la valigia di cartone, icona dell’emigrazio­ne italiana del ‘900, nella quale sono racchiuse le cose più care da cui non ci si vuole separare, e la coperta di lana che il padre porta sotto il braccio, quasi a trattenere il calore familiare con il quale scaldare i propri cari nei momenti più difficili.

Spiega il maestro presepista Franco Artese: “per me il presepe è una missione, portare attraverso le mie opere il messaggio evangelico che san Francesco ha rappresentato, portando nel mondo i nostri paesaggi del Sud e i nostri valori. Ringrazio APT Basilicata che ha creduto nella mia attività”.

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