giovedì, 28 Marzo 2024

Luce della notte (Longanesi) è nato in appena due mesi ed è stato scritto per affrontare un lutto: “È la seconda volta nella mia vita che la scrittura mi viene incontro come una rinascita, ma sentivo che non doveva esserlo solo per me, volevo che fosse al servizio di chi quella strada – durissima – la sta percorrendo o la percorrerà: i miei proventi relativi a questo libro saranno devoluti al Centro di riferimento oncologico di Aviano, a favore della ricerca sul sarcoma di Ewing”. Ilaria Tuti dedica il suo nuovo romanzo alla piccola Sarah, la nipotina di nove anni che non c’è più.

E la piccola protagonista di Luce della notte è proprio una bambina di nove anni, Chiara, affetta da una rarissima malattia per cui è costretta a evitare i raggi del sole e a uscire soltanto al buio. Emarginata e derisa dai compagni, sola con i genitori che si prendono cura di lei, Chiara fa un sogno ricorrente che la angoscia. Scavando alle radici di un albero nei pressi della sua casa, nel bosco della Carnia, ha trovato qualcosa che l’ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno.

La madre si rivolge al commissario Teresa Battaglia, una donna caparbia dall’intuito investigativo spiccato ma con problemi di salute. A preoccupare Teresa, il commissario sui generis che abbiamo già incontrato in Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, ormai non è più solo il diabete ma una seria malattia degenerativa che le sta togliendo lucidità e la rende ansiosa per gli inevitabili passi falsi che potrebbe compiere sul lavoro. Affiancata dall’ispettore Marini, la donna non si tirerà indietro di fronte a un caso che sulle prime sembra solo frutto della fantasia di una bambina, un modo per attirare l’attenzione.

Inizia così l’indagine su un sogno, con Marini e Teresa nello scenario pesante, freddo e pieno di nebbia di un bosco che, anni prima, è stato teatro di incredibili crudeltà, tra uomini che oggi sembrano aver molto da nascondere.

In questa terza indagine del commissario Battaglia, la Tuti ne evidenzia le fragilità, l’umanità, la solitudine estrema di una donna coriacea, tutta d’un pezzo sul lavoro eppure abbandonata nel privato ai suoi tormenti segreti. Risolvere il rebus del sogno di Chiara diventa per lei una priorità assoluta, probabilmente perché la tenerezza dell’infanzia scalfita dall’inquietudine la mette di fronte ai nodi irrisolti del proprio passato. E, aiutando Chiara Teresa aiuta anche sé stessa.

Dalle visioni della bambina si arriverà ad episodi terribili avvenuti sulla rotta dei Balcani. Teresa e Marini dovranno fare affidamento sulla propria determinazione e sulle proprie competenze per sbrogliare una matassa intricatissima.

La Tuti colpisce ancora una volta nel segno con una bella storia che lega le atmosfere di un thriller all’introspezione psicologica.

E mentre è già in vetta alla classifica a due settimane dall’uscita, per la giovane autrice è tra i finalisti del prestigioso Edgar Allan Poe Awards 2020 con Ninfa Dormiente. Il premio è dedicato ai migliori romanzi in lingua inglese di genere mistery. La statunitense Soho Press ha pubblicato per il mercato americano Nina Dormiente. La candidatura è arrivata nella sezione Sue Grafton Award. Questa è una nuova categoria nata tre anni fa, ideata per premiare i migliori personaggi femminili della letteratura di suspense.

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Da ragazzina voleva fare la fotografa, ma ha studiato Economia. Ama il mare, ma vive in montagna. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Il suo romanzo d’esordio, Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018), è stato un vero e proprio caso editoriale in Italia e all’estero, selezionato come Crime Book of the Month dal Times nel marzo 2019. Nel 2019 ha pubblicato Ninfa dormiente e nel 2020 Fiore di roccia, sempre per Longanesi.

Rossella Montemurro

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