mercoledì, 24 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

Bianca e Stella, sorelle, unitissime. Stella è la spalla di Bianca, sa consolarla, sa aiutarla, sa motivarla. È una ragazzina che riesce sempre a guardare il lato positivo di ogni cosa. E quando Stella muore Bianca rimane disorientata. È solo una ragazzina e ha perso il suo punto di riferimento. La mamma è andata comprensibilmente in tilt, il padre è una figura un po’ più defilata che, in ogni caso, non è in grado di stare accanto emotivamente alla figlia.

Oggi Bianca è una donna sposata con un brillante chirurgo, in apparenza la sua è una vita dorata. Ma se a livello materiale non le manca niente, è dilaniata da quel dolore che a distanza di anni non l’ha mai abbandonata e che, anziché affievolirsi, è come se fosse aumentato.

Sua madre non si è più ripresa, continuando periodicamente a tentare il suicidio. Bianca sogna un figlio ma quel bambino non arriva.

Il valore affettivo (Einaudi) di Nicoletta Verna alterna passato e presente, quasi senza soluzione di continuità. I ricordi riaffiorano, si intrecciano, portano un carico emotivo non indifferente. Gli occhi di Bianca bambina hanno visto troppo e il suo animo – anche per l’assenza di genitori capaci di aiutarla a elaborare quel lutto – è come se fosse rimasto “paralizzato”. Da adulta ha un self control invidiabile e una piccola ossessione: differenziare in modo maniacale i rifiuti (“raccolgo con cura i vetri e i petali spampanati della rosa, metto tutto nella lista dei rifiuti speciali, quelli che hanno un valore affettivo”).

La sua voce è a volte graffiante ma la piccola Bianca fa una tenerezza infinita: “Avevo un unico desiderio che divorava tutto il resto: rendere i miei un po’ meno infelici, rifonderli di ciò che gli avevo tolto. Però quello che con gli altri genitori sembrava funzionare – bei voti, niente droghe, buoni risultati nello sport – a loro non faceva nessun effetto. Cosí aspettavo solo che qualcosa cambiasse, sapendo che non avrei giocato nessun particolare ruolo in questo, e respiravo l’ossigeno appena sufficiente per non morire, in una nicchia di costrizioni e privazioni e compromessi che a suo modo stava diventando confortevole, come le bambine cinesi della dinastia Ming che prima o poi cominciavano a trovare comode le scarpe minuscole che facevano indossare loro per impedire ai piedi di crescere”.

Bianca si colpevolizza e, quasi fosse un modo per espiare, fa di tutto per compiacere gli altri, fa le cose che gli altri vorrebbero facesse.

I personaggi di questo romanzo rimangono impressi, la Verna ha dato vita a piccole e grandi manie, ha descritto anime tormentate e situazioni al limite con uno stile difficile da dimenticare. Ci sono immagini, ricordi e avvenimenti che rimangono dentro di noi così come sono rimasti indelebili nei protagonisti. Bianca è una figura tormentata che sembra avere attorno uomini e donne anch’essi con ombre, non detti, zavorre… Solo alla fine il lettore capirà cosa è davvero accaduto a Stella.

Il valore affettivo ha ottenuto la Menzione Speciale della Giuria alla XXXIII edizione del Premio Italo Calvino.
Nicoletta Verna (1976) è nata a Forlì ma vive a Firenze, dove si occupa di comunicazione e web marketing nel settore editoriale. È autrice di saggi e volumi su media e cultura di massa e ha insegnato Teorie e tecniche della comunicazione presso diversi atenei e istituti italiani.

Rossella Montemurro

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