martedì, 23 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

Cosimo, Piera, Duilio, Livia… Madri, figli, compagni, amanti: ne Il tempo nascosto tra le viole (Besa Muci), il nuovo libro di Vincenzo Corraro, spiccano le relazioni, i legami, i chiaroscuri di coppie che assumono infinite sfaccettature a seconda dell’angolazione dalla quale vengono osservate. È un romanzo che se da un lato immerge il lettore nelle suggestioni della natura (su tutte il Pollino di Corraro che, pur non essendo mai nominato, è protagonista al pari dei personaggi) dall’altro lo accompagna in una trama fitta e introspettiva, attraversata da uomini e donne con una complessità non indifferente.

Cosimo Ricciardi è un giovane spigoloso e solitario che vive insieme alla madre Piera, “divorato da quel torpore letargico, dall’aria rigida che puliva il cervello e dalla constatazione che la vita da quelle parti si tenesse ben lontana da progetti e mete, gli pareva che il tempo si fosse dilatato, che avesse preso una curva nel bel mezzo dei suoi anni e avesse cominciato a beffarsi di lui; invece di correre e corteggiare ambizioni, il tempo, all’improvviso si era come rattrappito, e quasi invitava allo smarrimento”.

Schivo, chiuso, al limite dell’asocialità, trascorre giornate scandite dal lavoro nell’azienda agricola di famiglia e dal pianoforte – la sua unica, fortissima passione. Con la madre Piera, vedova, ha un rapporto quasi morboso, simbiotico: “Cosimo e la madre. La stessa persona, la stessa disposizione d’animo, le stesse abitudini e da quei mobili e da quei muri consueti odori, e quel modo, dinoccolato e svelto, di andare su e giù per la stanza, sollevare tende, scrutare la strada, spingere lo sguardo fino all’estremità del fiume, come a dissipare i pensieri, tenerli lontani più in là della casa, perché al crepuscolo svilissero e non avessero più la forza di tornare indietro, gravosi e cattivi, a infestare l’animo”.

Quando in famiglia entra Duilio Alberti, un uomo senza scrupoli in cerca di terreni su cui fare speculazioni e che riuscirà a ottenere la compiacenza (e non solo) di Piera, le dinamiche cambiano. Cosimo inizia una relazione con la maestra Livia, vulcanica, dominante. Caratterialmente il suo opposto, tanto che Piera, consapevole di non essere più l’unica donna nella vita del figlio e, soprattutto, messa quasi in ombra dall’esuberanza di Livia, mostrerà tutto il suo disappunto.

“Da quando c’era Livia la vita era ritornata a essere vuoto e attesa, un’altalena emotiva che non lasciava possibilità al cuore di calmarsi. Persino il tempo si stava dilatando su quel territorio ignoto e dai confini incerti; il manifestato interesse di quella ragazza, la sua presenza, il passo leggero, le mani lunghe e affilate, le sue repentine visite gli mettevano disagio, persino l’uso sapiente della prossemica, e insieme l’attenzione che aveva per se stessa che condensava in espressioni calcolate e piane… tutto premeva sul gorgo delle sue abitudini”.

Colpisce la profondità narrativa di Corraro, la precisione delle sue analisi introspettive che rendono “vivi” i protagonisti del romanzo.

L’Autore vive in Basilicata, sui monti del Pollino, dov’è nato nel 1974.

Ha pubblicato il romanzo Sahara Consilina e le raccolte di racconti Dimmi che c’entra la felicità (con Margi De Filpo) e La fine dell’acqua. Altre sue storie sono inoltre comparse in diverse antologie e riviste letterarie, fra cui “Nazione Indiana”, “CrapulaClub”, “Zest – Letteratura Sostenibile”.

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap