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“Il riflesso di me. Come ho imparato ad amarmi, dopo l’anoressia”: cronaca emozionale di Rosalinda Cannavò

“Quando sono arrivata a Messina per le vacanze di Natale del 2017 pesavo trentadue chili, il peso più basso che abbia mai raggiunto. Facevo fatica a reggermi in piedi, mia mamma doveva farmi la doccia. Non uscivo di casa, non mi alzavo dal letto, non sentivo nessuno. Con le poche energie che avevo provavo ad allenarmi, a fare sport, per bruciare ancora più calorie, ma ovviamente non riuscivo.

Ero un fantasma, eppure ero convinta di stare benissimo, di essere bellissima, e che da fuori sembrassi in salute”.

Lo racconta con il cuore in mano Rosalinda Cannavò, attrice nota con lo pseudonimo di Adua Del Vesco, in Il riflesso di me. Come ho imparato ad amarmi, dopo l’anoressia (Piemme, ha collaborato alla stesura dei testi Gabriele Parpiglia), una sorta di cronaca emozionale su ciò che ha vissuto “dietro le quinte” proprio nel momento di massima notorietà.

Fin da piccola ha accarezzato il sogno di diventare attrice e, intanto, vinceva i concorsi di bellezza ai quali la mamma la iscriveva. I primi provini non vanno bene poi, di colpo, il sogno si avvera a neanche vent’anni. Ma la soddisfazione di recitare in alcune delle fiction più seguite (Il peccato e la vergogna, Rodolfo Valentino, Furore, Non è stato mio figlio e Il bello delle donne, solo per citarne alcune) ha un rovescio della medaglia: per continuare a essere sulla cresta dell’onda deve perdere il marcato accento siciliano che la caratterizza, deve cambiare nome, tingersi i capelli, fingere di essere la fidanzata di un collega e, soprattutto, dimagrire. Glielo dicono in tanti, tormentandola psicologicamente per farle raggiungere un peso ideale in nome di un’immagine perfetta, dandole anche suggerimenti del tutto deleteri per la salute. E lei, senza rivolgersi a un nutrizionista, inizia a eliminare i carboidrati, a tagliare le calorie, a massacrarsi in palestra fino a diventare ossessionata dal peso. Sono anni di grandi produzioni televisive, di copertine patinate e ruoli importanti, ma anche di privazioni, rigore e sofferenza, che la portano a pesare fino 32 chili.

Ci sono l’anoressia e il binge eating (“Mi sembrava impossibile recuperare la forza di volontà che mi serviva per uscirne. Mi sembrava di non avere vie di mezzo: o l’ossessione per il controllo prendeva il sopravvento, e allora mi affamavo, oppure perdevo del tutto ogni argine, e cadevo nelle abbuffate”), la preoccupazione dei genitori che l’accompagnano in clinica e la negazione, da parte di Rosalinda, del problema. È un percorso difficile, emotivamente complesso nel quale riaffiorano i demoni del passato, l’intimità ritrovata dell’amore e della famiglia, ma anche le ombre dietro le luci dello spettacolo, della fama, dei social network: “(…) se devo pensarci in questo istante, vi direi che non tornerei mai più su un set. Tutto quello che ho passato, che mi veniva spacciato come assolutamente necessario per rimanere in quel mondo, mi ha segnata troppo. È stato tropo doloroso sia viverlo, sia trovare la forza per uscirne. Ho finito per odiare quel lavoro, per scappare a gambe levate da quel mondo, chiudendomi la porta dietro le spalle e non voltandomi indietro.

Se adesso chiudo gli occhi e mi immagino su un set le sensazioni negative arrivano molto prima dei ricordi positivi”.

La strada dell’accettazione di sé nasce solo dalla consapevolezza, e il primo, indispensabile passo per lasciarsi alle spalle i disturbi del comportamento alimentare è parlarne senza vergogna e Rosalinda lo ha fatto con coraggio e delicatezza, con l’auspicio che la sua storia possa essere d’aiuto a ragazze nella stessa situazione.

La Cannavò ha debuttato al cinema con Sapore di te (2014). Nel 2019 ha intrapreso anche la carriera musicale. Tra il 2020 e il 2021 è stata fra i concorrenti della quinta edizione del Grande Fratello VIP.
Dal settembre 2022 partecipa su Rai Uno a Tale e quale show.

Rossella Montemurro

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