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Il prof. Incampo: “San Nicola tra storia e leggenda”

Oggi 6 dicembre si festeggia San Nicola.

Qualche notizia per conoscerlo meglio e… pregarlo.

Nicola, o Nicolò, nacque a Patara (Turchia) fra il 260 e il 280 d.C. da una ricca famiglia.

Molte fonti affermano che sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325: secondo la tradizione, durante il Concilio, avrebbe condannato duramente l’Arianesimo, difendendo l’ortodossia, e in un momento d’impeto avrebbe preso a schiaffi Ario.

Andrea di Creta e di Giovanni Damasceno confermerebbero la sua fede radicata nei principi dell’ortodossia cattolica.

Dopo la morte, le reliquie rimangono fino al 1087 nella Cattedrale di Myra.

Successivamente quando Myra viene assediata dai musulmani, le città di Venezia e Bari entrano in competizione per impossessarsi delle reliquie del Santo e portarle in Occidente.

La storia ci dice che sessantadue marinai di Bari organizzano una spedizione marittima, riescono a sottrarre e impossessarsi di una parte dello scheletro di San Nicola portandolo nella loro città, l’8 maggio del 1087.

San Nicola è così diventato già nel Medioevo uno dei santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.

La storia ci dice che i suoi genitori morirono di peste e Nicola ereditò un ricco patrimonio, che non tenne per sé, ma utilizzò per aiutare i bisognosi. 

Addirittura si narra che regalasse cibo e denaro ai poveri, calandolo di nascosto attraverso il camino o dalle finestre delle loro case.

Sembra che San Nicola donò tre belle mele a tre bambinimolto poveri che non potevano comprarsi nemmeno un po’ di cibo.

La leggenda continua narrando che durante la notte però, i tre frutti si trasformarono in preziosissimemele d’oro che, una volta vendute, aiutarono la famiglia dei bambini a sopravvivere.

Si narra ancora che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.

Un’altra leggenda narra che Nicola, già vescovo, resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne.

Però a me piace anche ricordarlo perché è diventato Santa Claus

Il Santo vescovo di Myra, nei secoli, è stato legato alla figura del vecchio portadoni. È diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, e il Nikolaus della Germania che a Natale porta regali ai bambini.
Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie.
Nei primi decenni del 1800 San Nicolaus (da cui Santa Claus) grazie a una poesia di Clement Clarke Moore diventò il Babbo Natale che tutti conosciamo. E una delle sue rappresentazioni più famose è quella legata alla pubblicità della Coca Cola dove appare rubicondo, di rosso vestito e con la barba bianca, che viaggia nel cielo su una slitta trainata dalle renne. La pubblicità della multinazionale americana debuttò nel 1931 e nacque dalla penna dell’illustratore Haddon Sundblom, che mise insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello “spirito del Natale presente”, descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale.

Ultima curiosità: a portare il culto del Santo a Nieuw Amsterdam (New York) in America furono gli olandesi.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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