giovedì, 25 Aprile 2024

L’altro giorno ho riascoltato per l’ennesima volta l’inizio del “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, cosa che faccio spesso perché, pur non essedo un intenditore di musica operistica, nel melodramma in questione trovo

Un’originalissima definizione di ciò che sia la calunnia.

L’opera infatti, comincia con queste parole:

La calunnia è un venticello,

un’auretta assai gentile

che insensibile, sottile,

leggermente, dolcemente

incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra,

sotto voce, sibilando

va scorrendo, va ronzando;nelle orecchie della gente

s’introduce destramente,

e le teste ed i cervelli

 fa stordire e fa gonfiar. (…)”

E’interessante questa definizione di calunnia.

La calunnia intorbidisce le relazioni, inquina i rapporti e mette in cattiva luce chi ne diventa l’oggetto.

A me riporta in mente la parabola di Gesù raccontata da San Matteo: “(…) «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l’erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: “Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?” Egli disse loro: “Un nemico ha fatto questo”. I servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a coglierla?” Ma egli rispose: “No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: ‘Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'”»

La calunnia è precisamente come la zizzania che nasce in un campo, mettendo a rischio il raccolto.

Essa cresce spontaneamente, ma può anche essere seminata per creare disappunto, disguido, scompiglio e disagio.

La calunnia è deleteria, perché altera la verità e mistifica le relazioni.

Qualche anno fa, precisamente a Natale 2013, Papa Francesco ha affermato ai componenti della Curia Romana: “Santità nella Curia significa anche obiezione di coscienza alle chiacchiere! Noi giustamente insistiamo molto sul valore dell’obiezione di coscienza, ma forse dobbiamo esercitarla anche per difenderci da una legge non scritta dei nostri ambienti che purtroppo è quella delle chiacchiere. Allora facciamo tutti obiezione di coscienza; e badate che non voglio fare solo un discorso morale! Le chiacchiere danneggiano la qualità delle persone, del lavoro e dell’ambiente».

E’evidente, quindi, che chiacchiere e zizzania sono unite nel risultato negativo a cui espongono coloro che ne fanno uso e coloro che ne subiscono la sottile aggressione.

Avete riflettuto? A volte sembra che il male cresca insieme al bene.

Ma è solo questione di tempo!

Per non correre il rischio che sradicando il male si comprometta il bene, si lascia correre, ma poi a tempo debito, il fuoco divorerà il male, la zizzania, mentre il bene, il grano, sarà riposto nei granai.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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