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Il prof. Incampo: “Incominciamo a pregare il nostro Angelo custode”

Una delle prime preghiere che abbiamo imparato da piccoli è sicuramente “Angelo di Dio”.

“Angelo di Dio,
che sei il mio custode,
illumina, custodisci,
reggi e governa me
che ti fui affidato/a
dalla Pietà Celeste.

Amen.”

Abbiamo mai riflettuto, qualche volta, che il buon Dio ha dato a ciascuno di noi un Angelo protettore?

Un Angelo custode che ci vuole bene, che ci segue da vicino fin da quando siamo nati, che ci protegge e ci accompagna passo passo dalla nascita alla morte?

San Basilio Magno diceva: «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo alla vita.»

Il culto per gli angeli custodi conobbe un particolare fioritura nel XVI secolo quando papa Pio IV fece edificare, su progetto di Michelangelo, una basilica intitolata ai Sette Angeli. 

Fino al V secolo nessun giorno particolare era dedicato agli angeli custodi, il cui ufficio cadeva il 29 settembre, in concomitanza con la festa di san Michele arcangelo. L’uso di una festa particolare nacque a Valencia nel 1411, quando si istituì una festa per l’angelo protettore della città.

Anche in Francia ci fu un’iniziativa analoga. Durante il secolo successivo l’idea si diffuse dalla Spagna nel Portogallo e poi in Austria e nelle regioni italiane più influenzate dagli Asburgo.

La spinta decisiva venne da papa Paolo V, che in una bolla del 1614 assegnò specifiche indulgenze ai membri delle compagnie dell’angelo custode aggregate all’Arciconfraternita di Roma e che compissero particolari atti meritori.

Ma quanto è bello rendersi conto di avere un Angelo custode!

Dobbiamo stabilire con lui un rapporto di amicizia e di conoscenza.

Una volta un alunno mi chiese: “Professore, come lo immaginate?”

Risposi: “Lo immagino bello, alto, intelligente, forte, muscoloso, furbo, avveduto. Come si direbbe oggi: ne sa una più del diavolo. Insomma gli attribuisco tutte quelle qualità che mancano a me”.

L’Angelo custode mi protegge davvero.

Sento la sua presenza misteriosa, ma reale e benefica e ascolto i suoi consigli.

Vi confesserò: ci facciamo buona compagnia!

Qualche volta mi rimprovera, quando sbaglio, altre volte lo rimprovero io quando non sta attento e non mi protegge abbastanza.

Mi sento tranquillo, perché mi sta sempre vicino, mi sorveglia e mi protegge.

Dato che lui vede sempre il volto di Dio, perché aver paura della vita?

Io sono sicuro che anche voi che mi leggete avete il vostro Angelo custode che è bello, alto, intelligente, forte, muscoloso, furbo, avveduto come il mio.

Forse ci pensiamo poco, lo preghiamo poco.

Incominciamo a pregarlo.

Stabiliamo con lui un rapporto di amore e dialogo, di fiducia e di preghiera: sicuramente ci risponderà e la nostra vita cambierà.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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